Firenze : il “Sol Invictus” sorge nella Chiesa di Santa Maria Novella

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Nel mio ultimo soggiorno a Firenze  ho scelto di visitare, con particolare attenzione, la famosa Chiesa di S. Maria Novella, che si affaccia sulla piazza omonima. Il complesso monumentale include il Chiostro dei Morti, il Chiostro Verde, il Cappellone degli Spagnoli, il Refettorio e la Cappella degli Ubriachi. La chiesa andò incontro ad una lunga costruzione, dalla metà del Duecento al secolo dopo. Conserva all’interno un’esposizione di opere d’arte di indiscusso fascino e valore, come l’affresco della Trinità del Masaccio, l’imponente Crocifisso di Giotto, il ciclo pittorico del Ghirlandaio, mentre nella cappella Strozzi ci sono affreschi ispirati alla Divina Commedia, appartenenti a Nardo di Cione. La facciata è meravigliosa, rimasta incompiuta, venne terminata intorno al 1458 da Leon Battista Alberti, che si occupò soprattutto della parte superiore e del portale. Sempre in questo periodo, il celebre architetto si dedicò alla creazione di un “grandioso disco con il sole raggiato, il Sol Invictus”, posto proprio sul timpano della facciata e realizzato in marmo. E’ questo ciò che desideravo vedere, non solo quello che si manifesta grandioso all’esterno, ma la scoperta incredibile che il luogo sacro, all’interno, sa mostrare, suscitando immenso stupore. Sono rimasta con lo sguardo fisso sul pavimento, a scrutare ogni angolo di questa scacchiera a quadrettoni bianchi e neri, come nel classico stile dei colori dell’ordine domenicano, in un orario particolare, intorno alle ore 12 (le 13 quando c’è l’ora legale) e lì si è materializzato il mio sogno, uno dei motivi più incredibili che mi hanno spinto a scegliere di trascorrere qualche giorno in questa deliziosa città d’arte.

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Ad un certo punto, infatti, il “sole” è apparso, proiettato in modo nitido sulla superficie, proprio davanti ai miei piedi! Non è un raggio di sole casuale, quel cerchio che appare per terra, è il disco del sole, l’immagine “fedele e istantanea dell’astro” che sta passando in quel momento in cielo e che è visibile solo nelle giornate serene. Io sono rimasta impietrita e felice: un’emozione durata solo qualche minuto, ma di cui nessuno si è accorto tra me! Un fenomeno unico e originale che si compone nella penombra di questo immenso luogo di culto. “In sostanza Santa Maria Novella sta funzionando come una camera oscura. Nel rosone principale della chiesa è stato praticato un minuscolo foro che in termini tecnici si chiama “foro gnomonico”. Attraverso di esso penetra la luce e questa proietta sulla superficie opposta l’immagine capovolta del sole. C’è anche un secondo foro, situato più in altro, ma questo consente il passaggio dei raggi solari soltanto in 3 momenti particolari dell’anno: gli equinozi e il solstizio d’inverno. L’artefice di tale dispositivo ottico fu, nel 1575, Ignazio Danti,  matematico e cosmografo ufficiale del Granduca Cosimo I”. Egli si preoccupò, inoltre, di procedere ad un secondo foro posto sul bassorilievo, raffigurante la scena dell’Annunciazione, situato sulla seconda colonna di sinistra, entrando dalla navata centrale, dove sorge il pulpito in marmo del Brunelleschi. Il 26 ottobre e il 18 febbraio il disco di luce colpisce in pieno la rappresentazione sacra, dando vita ad uno spettacolo particolarissimo.

Firenze mi ha sorpreso così, in un modo squisito e raro, che forse ben pochi conoscevano. Un motivo in più per sceglierla e viverla con occhi diversi, proprio come ho fatto io!