In gita ad Aosta aspettando la Fiera di Sant’Orso

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Tra la confluenza del torrente Buthier e della Dora Baltea, in una conca verdeggiante si adagia Aosta, questa piccola città che riunisce antico e moderno sotto lo stesso cielo. Augusta Praetoria era il suo nome e le sue origini romane traboccano un po’ ovunque. La sua planimetria è rimasta praticamente intatta e testimonia il ruolo che un tempo la città ricopriva: era un punto militare strategico, circondata da mura fortificate che ancora oggi si possono osservare. La sua posizione invidiabile le venne poi riconosciuta rapidamente: è stata, infatti, un nodo commerciale intenso attraverso i varchi del Piccolo e del Grande San Bernardo, rappresentava, così, un’interessante via d’accesso tra le Alpi e il sud dell’Europa. Gli elementi storici di maggiore rilievo che si possono ammirare in ricordo del suo splendore passato sono: l’Arco di Augusto una struttura massiccia sostenuta da colonne in stile corinzio, posizionato all’ingresso del centro storico e costruito per celebrare la vittoria dei Romani contro i Salassi; la Porta Praetoria che rappresentava l’ingresso principale alla città; la Cattedrale del IV sec. d.C, costruita su una parte del Foro Romano e poi successivamente ristrutturata che include vari stili architettonici e il Teatro Romano una delle opere meglio conservate che si può ammirare gratuitamente ed è situato nelle vicinanze della Porta Praetoria. Il centro storico che si raccoglie intorno alla piazza Chanoux  è un’area da scoprire a piedi, tra stradine tranquille e una discreta e sobria accoglienza. Qui ci si imbatte nel Municipio e più in là  si scorge una delle strutture più significative di tutta l’epoca medievale: la Collegiata di Sant’Orso risalente al V secolo. Orso pare fosse un presbitero vissuto tra il V e il VIII secolo, custode di una chiesa o di un cimitero che condusse un’esistenza molto semplice, rivolta principalmente all’amore e alla cura per il suo prossimo. Non si distinse per miracoli o imprese particolarmente significative, ma venne ricordato soprattutto per i suoi valori di umiltà e bontà, uniti all’amore per Dio. Le sue opere caritatevoli destinate ai bisognosi, a chi aveva fame, a chi era malato o oppresso dalle sofferenze spirituali lo hanno reso uno dei santi più amati e più popolari di tutta la Valle. Sempre secondo la tradizione, sembra che fosse solito trovarsi nei pressi della Collegiata per distribuire ai poveri vestiti e calzature in legno tipiche della zona, i “sabot”.

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Da qui, l’intenzione di dedicare al santo la manifestazione artigianale più famosa e vasta di tutta la regione. La Fiera di Sant’Orso si svolge ogni anno il 30 e 31 gennaio, periodo che simboleggia la fine della stagione fredda, che si è trascorsa per lo più in casa ad intagliare il legno, a ricamare, a cucinare e preparare le prelibatezze locali. Gli artigiani della Valle si ritrovano qui in una città che per due giorni si trasforma e si colora di oggetti, di tessuti, di creazioni artistiche davvero insolite e pregiate. Protagonista indiscusso di questa festa è il legno in tutte le sue forme, lavorazioni e pregi. Così si possono trovare oggetti di vario tipo: utensili e accessori per la tavola (piatti, taglieri, vasi…) oppure la famose “grolle dell’amicizia” che si riempiono di caffè caldo o liquori locali e si fanno passare a turno tra i commensali che bevono dai beccucci presenti sui lati. Interessanti e curiosi sono gli attrezzi attribuiti alla tradizione contadina e di montagna che si presentano come botti, scale, ceste o strumenti per la latteria (es. i cerchi per la fontina). Non mancano mobili antichi fabbricati artigianalmente seguendo lo stile di un tempo, decorati con motivi geometrici e colorati e poi tavoli, sedie, cassepanche, culle e particolari sedie a dondolo. Si trovano bancarelle anche per i più piccoli con maschere, campane, piccole mucche stilizzate (cornailles) o cofanetti intagliati di varie dimensioni per contenere gioielli o piccoli tesori. Anche la pietra e il ferro sono qui rappresentati in diverse varianti. La pietra ollare è usata per produrre stufe, statue, meridiane e sculture decorative per esterni, mentre in ferro vengono fabbricati cancelli, insegne e vari altri complementi d’arredo. Non sfugge al visitatore la presenza di botteghe che offrono deliziose specialità gastronomiche locali. Salumi e formaggi sono sicuramente tra i più richiesti, in particolare la famosissima Fontina Dop, ma si possono degustare anche mostarde, marmellate, burro, conserve, funghi e biscotti (tegole). Apprezzabile, inoltre,  la varietà delle grappe e dei liquori alle erbe. Il programma dettagliato della Fiera  ti sarà utile per orientarti sui vari eventi proposti. Tra canti e balli tradizionali, in un’atmosfera decisamente allegra e invitante, potrai trascorrere una giornata davvero piacevole e gioiosa con tutta la famiglia!