Milano-Mudec: Gauguin. Racconti dal Paradiso

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Gauguin. Racconti dal paradiso“ è la coinvolgente mostra, visitabile fino al 21 febbraio prossimo, presso il Museo delle Culture di Milano (MUDEC), che celebra uno degli artisti francesi più interessanti e suggestivi del nostro tempo. Un crescendo di emozioni che trovano spazio in una location d’effetto, dove circa 70 opere, provenienti da musei e collezioni private internazionali, raccontano l’evoluzione pittorica di Paul Gauguin (1848-1903), quell’affascinante “selvaggio amabile”, così come voleva farsi ricordare. Il maestro che ha attraversato gli oceani si presenta con un delicato autoritratto, che ci introduce nel tessuto culturale europeo di fine Ottocento. Le opere che seguono sono la testimonianza della sua continua e incessante ricerca del “primitivo”, il vero e proprio “primitivismo” delle origini, che è l’essenza della vita. I viaggi compiuti in Bretagna, in Provenza e in Danimarca saranno lo spunto per riappropriarsi di un’interiorità che traspare da forme essenziali e colori unici. Le cinque sezioni, che rappresentano il cuore della carica pittorica di Gauguin, sono accolte in un contesto espositivo di grande suggestione: i colori alle pareti dal blu all’ocra, passando per le tonalità del marrone più intenso, si sposano perfettamente con i lavori esposti, dalle tele, alla terracotta, dalla ceramica al legno e riprendono le tonalità di cielo, mare e terra, tanto cari alla natura di Gauguin. La stretta amicizia con Van Gogh, il confronto con la pittura dell’epoca e contemporaneamente quel prorompente desiderio di evasione da quell’Europa troppo “civilizzata”, rappresentano un altro punto di forza nel percorso di maturità e di consapevolezza creativa che lo spingono a ricercare nuove strade per la sua arte.Gauguin si allontana dall’Impressionismo, lo rifugge e lo schiva. Il fondamento della sua originalità si esprime in un concetto molto semplice e intenso: la natura deve servire l’arte. “L’arte è un’astrazione: spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa e preoccupatevi più della creazione che del risultato”.

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La semplificazione è alla base di tutto, il colore è colore, senza compromessi, che si alimenta di intense suggestioni, di purezza e luminosità. Si comprende in questo modo la sua nostalgia per quei paesi lontani (Martinica e Tahiti su tutti) dove la sua espressività raggiunse l’apice della completezza, attraverso una visione d’insieme fatta di immagini indelebili, di pennellate lente e sottili. Dipingere per lui è ricordare. Il mondo di Gauguin è dovunque e da nessuna parte: è fatto di frammenti di memorie, che si traducono nelle sue opere. I tropici lo hanno stregato, l’Europa ha accolto la sua malinconica nostalgia di un paradiso così tanto amato. Tra le diverse opere esposte, le “Donne tahitiane sdraiate” e l’ ”Autoritratto con Cristo Giallo” sono forse quelle più conosciute. Insolite prospettive e dettagli incredibili si celano dietro “Mahana no atua” (Giorno di Dio) una delle tele più complesse, complete e meravigliose che qui potrai ammirare. Il suo viaggio è un sogno che prende forma nella momento in cui egli riuscirà a trovare quel suo personalissimo modo di vivere, in una dimensione culturalmente aperta, che unisce il mondo intero in una visione pittorica straordinaria, gioia pura per i sensi e lo spirito. “Io chiudo i miei occhi per poter vedere”: la semplicità di questa sua solida convinzione è alla base della sua costante meraviglia di fronte alla vita e alla natura. E’ il paradiso che si svela e che oggi anche noi possiamo sognare.