Milano: visita al palazzo della cultura di Brera

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Trovo interessante e suggestivo perdermi tra le singolari bellezze di Milano, città che non ha mai incontrato molto il mio gusto personale, ma che ha saputo stupirmi con tante deliziose sfaccettature, che ad un primo sguardo non si possono cogliere. C’è una “città nella città”, un mondo nuovo e antico, che si sovrappone all’ideale collettivo, che si ha di questa destinazione, non sempre considerata vera e propria meta “turistica”. Milano, invece, è da scoprire a piccoli passi, un po’ come ho cercato di fare io, visitando a Brera lo storico Palazzo di arte e di cultura, che sorge proprio in via Brera 28. La zona è quella che anticamente veniva definita “braida” (campo, prato) da cui prese il nome Brera, che durante il XIII secolo si snodava in un’area piuttosto marginale della città. Qui si erano insediati inizialmente gli Umiliati con il loro convento e successivamente furono, invece, i Gesuiti a dare spazio al collegio e alla costruzione di un nuovo complesso architettonico ad opera di Francesco Maria Richini. Dopo il 1773, il palazzo vide l’interesse dello stato asburgico e soprattutto della famosa imperatrice Maria Teresa d’Austria, che lo trasformò in polo di istruzione di spicco per l’epoca. Tutta la storia della cultura cittadina è racchiusa qui e la suddivisione degli spazi è la testimonianza precisa e perfetta di come arte, letteratura, storia e scienze si alternino in un caleidoscopio di variegati “dipartimenti”, per regalare alla città e non solo, quell’aspetto conoscitivo ed erudito che la rendono ancora più coinvolgente. Al centro del cortile d’Onore ti accoglie la statua in bronzo di “Napoleone in veste di Marte Pacificatore”, opera del Canova, simbolo di tutti gli uomini ritenuti importanti per la storia di questo luogo. L’Accademia di Belle Arti, aperta nel 1776, si trova al piano terra. E’ emozionante camminare, in questi giorni, per i corridoi deserti, curiosando tra modelli e copie di dipinti, o bozze di lavori che sono lì, pronti per essere ammirati. Artisti dal calibro di Francesco Hayez, Segantini e Fontana sono passati per queste aule, contribuendo a creare un’atmosfera d’altri tempi, che difficilmente si può dimenticare.

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Tramite un piccolo passaggio si accede, invece, all’Orto Botanico, uno spazio verde all’aperto, che dal 1775 si apre nel cuore della città. Solo da circa 15 anni ha ritrovato l’aspetto tipico settecentesco e si offre al pubblico con le sue meravigliose specie, come gli splendidi Ginkgo Biloba, antichi di due secoli, che ne sono il fiore all’occhiello. Passeggiando tra piccoli percorsi sterrati, ti basta alzare lo sguardo per scorgere le cupole dell’Osservatorio Astronomico, altro elemento di spicco di questa struttura così articolata. L’interesse per l’astronomia iniziò con i Gesuiti intorno al 1762, ma soltanto nell’Ottocento, Giovanni Schiapparelli spiegò l’origine delle stelle cadenti, mito di ogni nostra estate. Riprendendo lo scalone d’Onore, situato proprio nel cortile d’ingresso al Palazzo, si trova la Pinacoteca di Brera, forse il punto attrattivo più conosciuto della città. Una collezione inizialmente piccola, particolare e voluta dai Gesuiti che ne seguirono la nascita. In seguito fu un crescendo di acquisti e donazioni che, soprattutto,  durante l’epoca napoleonica ebbe il suo momento di maggior splendore. Oggi raccoglie opere dal XII al XX secolo e propone nomi dalla fama internazionale come Bramante, Tiziano, Lotto, Raffaello, Veronese, Caravaggio, Mantegna, Canaletto e Hayez. La Biblioteca Braidense termina, infine,  la visita a questa “città della cultura”.  Aperta nel 1786 su volere dell’imperatrice Maria Teresa, ospitava, inizialmente, testi teologici, di provenienza gesuitica, inglobati successivamente con opere di letteratura, storia e scienza, tipici del periodo illuminista. Oggi è aperta al pubblico e riscuote sempre un entusiasmo senza tempo.

La cultura a Milano si esprime in modi diversi, questo è forse quello più affascinante.