Piemonte: i sapori del Roero

Il Roero è una delle zone del Piemonte più caratteristiche, anche se forse meno nota, rispetto alla vicine Langhe. E’ un territorio entrato a far parte del Patrimonio Unesco dal 2014 e si presenta con una moltitudine di colline, ricoperte da noccioli o coltivate a vigneti, che offrono prodotti della terra di qualità, richiesti in ogni parte del mondo. Si parla di 300 km di sentieri immersi nella natura che, soprattutto tra fine estate e l’autunno, offrono spunti per gite alternative di grande bellezza. Il Grande sentiero del Roero ti porta ad un percorso di 33 km, che da Bra si snoda fino ad arrivare a Cisterna d’Asti. Questo territorio è alquanto particolare: non è raro, infatti, imbattersi in fossili di conchiglie, visto che proprio in questa area, c’era il mare e quello che era definito il golfo padano. I sentieri che da qui si dividono sul territorio acquistano caratteristiche particolari, a seconda della tipologia e della zona battuta. Tendenzialmente questa è una terra di vini. Dagli anni Settanta in poi, i vigneti producono soprattutto due tipi di qualità docg : il Roero prodotto dalle uve rosse di Nebbiolo e il Roero arneis, ottenuto da uve bianche. Non è un caso che proprio il Consorzio di tutela del Roero abbia deciso di istituire i “sentieri dei Cru del Roero”, interessanti percorsi per conoscere la produzione di questi grandi vini. Legati a questa particolarità della zona, non potevano mancare vere e proprie attività per appassionati del cicloturismo, raggruppate sotto il nome di Roero Bike Tour, con 140 Km da percorrere in contesti paesaggistici di deliziosa suggestione. Ma alla pratica sportiva non deve mancare un aspetto gastronomico, che rispecchi lo stesso valore del territorio. Nelle immediate vicinanze di Bra, a Cervere, l’Osteria Primi Dolci  è la sosta perfetta. Accoglienza impeccabile, un menù che prevede i piatti tipici della tradizione piemontese, con scelta di materie prime eccellenti, in un locale caratteristico e dall’atmosfera calda e casalinga.

Dalla salsiccia tipica di Bra, alla carne cruda battuta al coltello, dai famosi tajarin con 40 tuorli, ai tradizionali agnolotti del plin, passando per rane, lumache, filetto di Fassona e dolci strepitosi, con un rapporto qualità/prezzo davvero interessante. Non mancano i formaggi, selezionati con cura, frutto anche questo di un territorio che è anche la patria di “Cheese” La prossima edizione di questa kermesse casearia internazionale sarà per il prossimo 20-22 settembre 2019. Lo slogan di riferimento è aderente all’ambiente e alle aspettative dei più “Naturale è possibile”. La sede come sempre sarà Bra, cuore del Roero, attraverso il suo dedalo di piazze e di stradine. Ecco la mappa della manifestazione:
– il mercato più famoso interesserà Piazza Carlo Alberto, Piazza Roma e via Audisio con oltre 300 espositori provenienti da tutto il mondo
– i presidi Slow Food saranno in via Principi di Piemonte e qui si troveranno vari tipi originali di formaggio come la Toma del lait brusch piemontese, fatta con latte acidificato o l’unico pecorino a pasta filata, proveniente dalla Sicilia, la Vastedda della valle del Belice.
– I vegetariani troveranno il loro spazio in Via degli affinatori, dove verrà presentato il Cuco, un formaggio ottenuto dal latte delle pecore di Serpa (Portogallo) coagulato con il caglio del cardo.
Armando Gambera, coordinatore del comitato tecnico scientifico di Onaf (Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggio), ricorda come il formaggio vada sempre spezzato con le mani, affinchè il sapore percepito dall’olfatto, resti intatto e non venga alterato dall’ossidazione, data dalla lama del coltello. Si inizia sempre a mangiare la parte centrale, il cuore del prodotto, per poi terminare con la crosta, che non va mai tolta.
I sapori del Roero non si perderanno mai, perché la tradizione che li accompagna si rinnova nel tempo.