Singapore: Marco Alfero è l’artigiano del gelato made in Italy

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Marco Alfero, di origine italiana, è il General Manager della Alfero Artisan Gelato, con alcune sedi a Singapore. E’ una persona tranquilla, rilassante e rilassata, nonostante la sua mente sia sempre in continua evoluzione e decisamente aperta ai cambiamenti. Ho pensato di scrivere di lui per offrire il ritratto di un uomo che ha fatto della sua vita un progetto, realizzato e vissuto con passione e interesse in una dimensione esistenziale e professionale, diversa da quella italiana.

1. Puoi parlarmi di te? Come vivevi e a che cosa ti dedicavi in Italia?
Posso descrivere la mia vita come qualcosa di interessante, mai monotona, fatta di ostacoli da affrontare, ma anche di occasioni da cogliere al volo. All’età di 26 anni mi laureo in Economia a Torino e inizio a lavorare in banca. Il tutto dura circa 1 anno, poi decido di trasferirmi a Londra per approfondire meglio l’ inglese. Trovo, infatti, che in Italia ci sia uno scarso livello di preparazione e interesse verso la lingua straniera in generale, per cui il periodo trascorso a Londra mi è sicuramente servito per migliorarmi in tal senso. Qui avevo dei risparmi da parte ma decisamente limitati per cui mi sono trovato un lavoro part-time (distribuivo volantini per una pizzeria) e per risparmiare tornavo a casa dal lavoro sempre a piedi (45 min) evitando l’autobus. Dopo gli studi in inglese sono rientrato in Italia ed ho iniziato a lavorare per la STMicroelectronics in Agrate Brianza (Monza). Ho lavorato nel settore amministrativo-finanziario per circa 3-4 anni per poi essere trasferito in Turchia ad Istanbul con la posizione di Financial Controller per il sito di ricerca e vendite.
Dopo 4 anni di esperienza magnifici in Turchia che mi hanno permesso di approfondire la lingua locale ed ambientarmi ad una cultura diversa ed affascinate sono stato trasferito a Singapore per coprire la posizione di Financial Manager. Dopo circa 3 anni ho deciso di licenziarmi ed affrontare questa nuova avventura del gelato che era ormai da parecchi anni che avevo in mente.

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2. Quando hai maturato l’idea di andare a vivere a Singapore e perché proprio qui? Che cosa ti ha spinto?
Conoscevo gia’ Singapore perche’ ero venuto in vacanza parecchi anni fa. Mi era piaciuta molto in quanto citta’ piena di verde, temperatura costante tra 24 e 34 gradi con un tasso di criminalita’ bassissimo. Una citta’ tra le piu’ sicure al mondo, ma allo stesso tempo molto rigida con le regole, estremamente pulita dove la corruzione quasi non esiste al contrario purtroppo del nostro paese. Conoscendo, quindi, gia’ la citta’ per me e’ stato solo un piacere accettare il trasferimento! Mi ritengo una persona molto flessibile quindi il trasferimento dalla Turchia all’Asia non e’ stato cosi’ traumatico. Direi che la prima esperienza di adattamento in Turchia e’ stata molto piu’ difficile specialmente per la differenza linguistica. A Singapore si parla invece in inglese quindi per me non ci sono stati grossi problemi ad ambientarmi. Ovvio il cibo e la cultura sono estremamente diverse, ma lo scoprire paesi e culture differenti e’ sempre stato uno dei miei obiettivi in tutti i miei viaggi.

3. E’ la tua prima esperienza all’estero o avevi già provato esperienze simili in altre parti del mondo?
Come ho già detto un’esperienza estera che ritengo significativa e che mi ha preparato psicologicamente per questo nuovo business e’ stata la Turchia. Un’esperienza che consiglio a tutti. Ad Istanbul ci ho lasciato un pezzo di cuore.

4. Parliamo della tua attività. Perché hai scelto proprio questa tipologia commerciale?
Prima di tutto non è stata una cosa fatta per caso. Ho riflettuto e valutato molto prima di decidermi in questa direzione. Anche in Turchia ci avevo fatto un pensiero senza pero’ trovare le condizioni giustre per partire. Poi ho iniziato con il  prendere qualche settimana di vacanza e invece di andare al mare ho deciso di rientrare in Italia e valutare se veramente questo poteva essere il business che poteva fare per me. Torno, quindi, nel gennaio 2011 e inizio a frequentare il corso di gelato alla Carpigiani University di Bologna. Rientro poi a Singapore e solamente a marzo, dopo 2 ulteriori mesi di analisi di mercato decido di affrontare questa nuova avventura. Per 5-6 mesi sono impegnato, quindi, parallelamente con il mio lavoro diurno cercando fornitori, locali. Ricordo le nottate passate a fare ricerche su internet e le telefonate via skype in Italia.

5. Quali difficoltà hai incontrato inizialmente prima che il lavoro decollasse davvero?
Dopo aver imparato in Italia quanto mi sarebbe servito per buttarmi con maggiore convinzione in una simile impresa, sono tornato a Singapore e ho deciso che il mio progetto si poteva davvero realizzare. Poi ho iniziato con determinazione a gettare le basi per questo nuovo lavoro, a cui mi dedicavo soprattutto di sera, perché di giorno continuavo il mio “normale” lavoro in azienda. Ero e sono fermamente convinto, però, che ad una certa età occorre buttarsi, mettersi alla prova. Mi sono detto che ero giovane e potevo farcela. Non è stata sicuramente una decisione facile da prendere, soprattutto arrivando da un’esperienza professionale certa e sicura, ma sapevo che potevo farcela, la mia determinazione era evidente e in questo modo ho portato avanti questa decisione fino ad arrivare a fondare Alfero Artisan Gelato, il mio progetto. Così con coraggio ho lasciato l’azienda poiché era impossibile dividersi tra le due attività. Inizialmente avevo pensato ad una partnership, così avrei potuto mantenere il lavoro che mi aveva portato qui, ma ho subito capito che se non mi fossi dedicato interamente a questa nuova esperienza, questa non avrebbe funzionato. Le maggiori difficoltà iniziali sono state sicuramente quelle relative alla decisione di vendere il gelato al pozzetto. Una cosa totalmente nuova qui a Singapore diversamente dall’Italia dove ormai e’ molto conosciuto. I primi mesi di apertura la gente mi chiedeva che tipo di minestre vendevo in quanto il mio pozzetto assomigliava molto ai display dei rivenditori di minestre. Ho dovuto quindi puntare molto sul marketing e comunicazione soffermandomi molto su grandi foto dei prodotti di vendita.

6. Mi racconti come si struttura la tua attività? Inizialmente ho deciso di aprire il laboratorio/outlet in una zona abbastanza isolata della citta’ (MacPherson) in quanto avevo bisogno di un locale economico con molto spazio (circa 80mq). Allo stesso tempo ho creato il negozio che e’ diviso dal laboratorio da un grosso vetro dove i clienti possono vedere come faccio il gelato. Il negozio e’ di circa 40mq e ci sono diversi tavoli dove i clienti possono rilassarsi e chiacchierare mangiando una vera coppa di gelato.. Il secondo outlet e’ in zona centrale (Marina Square mall) molto movimentata. Produco il gelato in laboratorio e periodicamente trasferisco il gelato nel secondo outlet con il mio furgone refrigerato. Anche il negozio in centro ha tavolini ed e’ di circa 45mq. Nel mio locale a MacPherson lavoro intensamente per creare il gelato. Poi ho aperto la prima rivendita a Marina Square dopo pochissimo tempo e in successivamente ho incluso anche la seconda rivendita. I mesi iniziali sono stati una bella sfida! A differenza della maggior parte dei gelatai, che espongono apertamente la loro mercanzia, io ho invece optato per metterli nei pozzetti, contenitori sigillati che assomigliano a quelli delle minestre conservate. Questo metodo mantiene fresco il gelato visto che non viene contaminato dall’aria e dalla luce: ci è voluto un po’ di tempo per spiegare alla gente perché conservo i gelati in questa maniera! Oggi l’attività va decisamente bene, tanto che ho aperto un altro punto vendita in franchising in Orchard Road.

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7. E i gusti della tua clientela quali sono? Cosa cercano maggiormente quando vengono da te? Inizialmente i clienti ricercano gusti specifici italiani come la nocciola, il pistacchio e il cioccolato, ma altri sono piu’ attirati verso i gusti locali come il durian che e’ un frutto malesiano molto particolare. Così ci siamo focalizzati anche su gusti asiatici che sono richiesti al pari di quelli italiani. Tra i più noti: earl grey, black sesame, green tea, avocado e il nuovissimo red bean, un gelato con salsa di fagioli dolci! La caratteristica dei miei gelati e’ che sono di qualita’ molto elevata, prodotti principalmente con ingredienti italiani, cosa estremamente difficile da trovare a Singapore. In piu’ offro tavolini per rilassarsi avendo un ottimo break. Dopo diverse analisi ho scoperto che i Singaporesi vogliono sedersi per mangiare il gelato. Un po’ e’ per il fatto che fuori il clima e’ caldo e il gelato si scioglie in fretta e un po’ perche’ vogliono prendere una pausa e fare quattro chiacchiere con gli amici mangiando un ottimo gelato. Generalmente rimangono soddisfatti dalla qualita’ del prodotto e dall’ottimo servizio del personale. Periodicamente cambiamo 1-2 gusti in base alle richieste dei clienti.

8. Come vivi questa esperienza?
In tutta questa esperienza ho sempre avuto l’appoggio dei miei genitori che mi hanno insegnato che la vita si basa sull’onesta’ e sulla fedeltà. Questo, insieme al sostegno della mia compagna Cheng Mei Leng mi aiuta tantissimo. Oltre al suo normale lavoro lei mi aiuta nel tempo libero servendo i clienti. Per il resto posso dirti che le mie giornate trascorrono con profitto e anche molto serenamente. Ritengo che divertirsi lavorando sia davvero tutto: se il tuo lavoro non ti piace, infatti, metà della tua vita è sprecata. A differenza di imprenditori fissati con i soldi che si interessano solamente agli introiti, la mia filosofia di vita e di lavoro è diversa e credo che anche i clienti lo percepiscano. Il divertimento è la motivazione primaria per essere entrato in questo business. Ovviamente so che bisogna guadagnare dei soldi per sopravvivere, ma non occorre diventare ricchi. Ho compreso che se ti piace il lavoro e ti piace la vita che fai, questo è il miglior risultato. Tra le mie aspettative future c’è sempre la speranza di continuare ad ingrandirci e magari pensare alla grande distribuzione.

9. Ti manca qualcosa dell’Italia?
Certo mi manca molto la mia famiglia, gli amici d’infanzia e il buon cibo italiano che non e’ sempre facile da trovare a Singapore.

10. Ti piace vivere a Singapore? Se sì perché? Quali sono i tuoi luoghi preferiti che consiglieresti a chi dovesse venire in vacanza qui?
Mi piace molto vivere a Singapore. Adoro il clima sempre caldo e la possibilita’ di vestire tutto l’anno infradito e bermuda. Adoro la vegetazione ancora non troppo devastata dal modernismo. La particolarita’ di Singapore e’ che a 15 minuti da una delle zone tecnologicamente piu’ avanzate del mondo (grattacieli e quartieri all’avanguardia pieni di banchieri milionari) puoi trovarti in mezzo alla giungla desolate con scimmie, serpenti e lucertole giganti. Questa e’ Singapore. Un altro vantaggio e’ la bassa criminalita’ e la costante pulizia e il rispetto per il prossimo, la quasi totale mancanza di corruzione. Consiglio vivamente una passeggiata nella foresta di MacRitchie, ma anche il super lusso e l’ high tech della zona centrale sicuramente colpiscono il turista.

Il made in Italy è a Singapore, Marco Alfero è una delle testimonianze più dirette.