Spalato: alla scoperta del Palazzo di Diocleziano

Ritrovarsi a Spalato ha un fascino sempre molto suggestivo. La città dalmata, infatti, offre spunti di notevole interesse, relativi alla storia e alle antiche tradizioni, che legano la sua origine alle vicende dell’Impero Romano. La figura dell’imperatore Diocleziano viene qui celebrata con una sontuosa opera architettonica, che ingloba e definisce, infatti, un’urbanistica molto particolare. Il suo centro cittadino non è altro, che l’area di quello che una volta venne indicato come il Palazzo di Diocleziano e la stessa Spalato diventa, agli occhi dei visitatori, una vera e propria città-palazzo, dove i dettagli stilistici e gli elementi strutturali sono i simboli delle costruzioni passate. Così la dimora scelta dall’imperatore, che qui si volle ritirare fino al sopraggiungere della morte, diventa un modello particolarmente insolito di architettura romana, che non si distingue singolarmente dalle altre strutture, ma si plasma nella città stessa e ne diventa l’essenza. Il palazzo, edificato tra il 300 e il 305, proponeva una pianta corrispondente al “castrum” romano: 4 torri quadrate che delimitavano gli angoli delle mura e all’interno due strade perpendicolari, intersecate ad angolo retto. Dalle mura, alte 18 mt e spesse 2, si aprivano 4 porte protette a loro volta da torri ottagonali: la Porta Aurea a nord, Argentea a est, Ferrea a ovest e Bronzea a sud, che si affacciava sul mare. Le vie colonnate del suo interno dividevano al città in quartieri diversi , mentre le 3 parti, corrispondenti al tempio, mausoleo e residenza erano collegate da un porticato, da cui poi si accedeva agli appartamenti privati dell’Imperatore.

Il palazzo rimase disabitato dalla morte di Diocleziano, avvenuta nel 313 d.C., fino al 639 quando gli abitanti della vicina Salona, distrutta da Avari e Slavi, furono costretti a rifugiarsi qui e a dare vita, ad un nuovo insediamento urbano. Passeggiando per il cuore di Spalato si coglie tutta l’intensità storica di questi edifici. Il Mausoleo dell’Imperatore, ricoperto da una cupola a mosaico, protetto da un tetto esagonale si trasforma nella Cattedrale di San Doimo, la “pentola bosniaca”, un insieme di capitelli corinzi, sculture romaniche, altari barocchi. Mentre il Peristilio, lo spazio di comunicazione tra Mausoleo, templi e residenza imperiale, diventa ben presto il nucleo del centro storico cittadino. Se alzi lo sguardo nei punti più insoliti potrai notare colonne imperiali ,che si alternano a bifore gotiche, a testimonianza della costruzione di una “villa” immensa che ha preso via via le sembianze della stessa città. Ma non è tutto. Sono scomparsi con il tempo, non solo il suo sarcofago, ma anche le numerosi sfingi di cui l’imperatore amava circondarsi. Unico dettaglio che ci riporta al mondo dell’antico Egitto che, invece, è rimasto intatto, è il nome del caffè Luxor, simbolo di una storia che ancora si rinnova. Per completare la conoscenza di questa realtà, ti consiglio di visitare il Tempio di Giove, a lungo ritenuto la tomba di Diocleziano e poi trasformato nel Medioevo, nel Battistero di San Giovanni, e di non perderti le meravigliose sale sotterranee del Palazzo, perfettamente conservate e riscoperte solo nel 1962, che costituiscono una riproduzione esatta della pianta degli appartamenti imperiali sovrastanti (accesso dalla Porta Bronzea). Tra i musei quelli più rappresentativi sono senza dubbio: il Museo Civico Palazzo Papalic e il Museo Archeologico, che restituiscono a Spalato il piacere della scoperta di una delle località ancora poco conosciute, sotto questo aspetto, ma dal grande peso culturale.