Torino: Tour notturno alla Galleria Sabauda

van dick

Uno dei tesori torinesi per eccellenza che non tutti hanno forse avuto modo di conoscere, è racchiuso in pieno centro città, alla Galleria Sabauda, appartenente al Polo dei Musei Reali di Torino. Dal sito ufficiale non poteva mancare un approfondimento sulla sua origine: “La Galleria Sabauda venne istituita nel 1832 per volontà di Carlo Alberto accogliendo inizialmente le collezioni provenienti dal Palazzo Reale di Torino, dalla quadreria dei Savoia e dal palazzo Durazzo di Genova (acquistato nel 1824), incrementate con acquisti e donazioni lungo il corso dell’Ottocento per integrare o colmare le lacune presenti nelle collezioni sabaude, specialmente per quanto riguardava il Rinascimento italiano.(…) Venne inizialmente allestita nel piano nobile di Palazzo Madama; nel 1860 venne ceduta allo Stato da Vittorio Emanuele II e nel 1865 il Museo fu trasferito al secondo piano del Palazzo dell’Accademia delle Scienze. Nel 1930 la Pinacoteca fu ulteriormente arricchita dalla donazione della collezione d’arte antica dell’industriale piemontese Riccardo Gualino comprendente dipinti, sculture, oggetti preziosi, mobili e reperti archeologici di differenti epoche e culture, che venne allestita come una casa-museo.Nel dicembre 2014 il Museo ha cambiato sede e le sue collezioni sono state riallestite nella cosiddetta Manica Nuova di Palazzo Reale, realizzata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento dall’architetto di corte Emilio Stramucci”.
Oggi è possibile accedervi con uno speciale tour in notturna, durante una visita suggestiva proposta da Somewhere Tours and Events.  Un “voyage a l’envers” che porta a scoprire il mondo “esoterico” e cifrato, nascosto dietro i simboli e le allegorie dei più grandi capolavori. Un universo tutto da decifrare in una visita di assoluta meraviglia per un tuffo in mille anni di arte, di storia e di bellezza tra simboli di un mondo per noi sconosciuto ma che parla ancora a chi lo sa leggere. Il percorso prende vita e si anima di una tangibile curiosità di fronte al ritratto equestre di Carlo Alberto e al busto di Carlo Emanuele I, i fondatori delle collezioni Sabaude e della Galleria come Museo. Dalla collezione di Carlo Emanuele I ci hanno accolto le muse di Antiveduto Grammatica, d’altronde il museo è la casa delle muse: una definizione insolita, reale e realistica.

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Secondo l’Enciclopedia Treccani, infatti “Il culto delle Muse dell’Elicona, di cui si riguardava banditore Esiodo fiorì specialmente in età ellenistica e romana, notevole anche per monumenti di vario genere, sorti in forza di esso: da ricordarsi soprattutto quelli dedicati all’uno o all’altro gruppo di Muse e all’esercizio delle scienze e delle arti da esse protette, chiamati Musei (Μουσεία) e col tempo diffusisi per tutto il mondo greco-romano”. Da qui è un susseguirsi di emozioni, di tratti pittorici, di racconti, che si concretizzano nella presentazione dei tanti capolavori proposti. Dalle collezioni del Principe Eugenio di Savoia, Salmacide ed Ermafrodito dell’Albani e Amarilli e Mirtillo di van Dyck, con la sua gara di baci delle Ninfe e lì accanto la straordinaria Vanitas di Brueghel e i ritratti di corte di Van Dyck. Per capire meglio la pittura fiamminga, è stato necessario ricercare le sue radici quattrocentesche, attraverso le linee di due straordinarie opere d’arte: Le stigmate di san Francesco di Van Eyck e la Passione di Cristo di Memling. In un momento successivo è stato svolto il confronto tra il Quattrocento fiammingoe quello italiano: Tobiolo nei dipinti di Pollaiolo e Filippo Lippi e la Madonna di Botticelli, con il melograno che il bambino regge tra le mani. Infine la pittura caravaggesca, quella “dark” di Francesco Cairo e quella straordinariamente elegante di Orazio Gentileschi, padre di Artemisia. Una sorpresa? La visita alla Cappella della Sacra Sindone, recentemente restituita ristrutturata al suo pubblico, che con la sua cupola ti regalerà un’altra emozione indimenticabile.