Tunisia del Sud: tra Douz e Matmata dove il deserto è vita

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Credo di non aver mai visto nulla di più suggestivo del golfo di Gabes, nella zona meridionale della Tunisia. Si apre sull’incantevole baia che lo circonda ed è raggiungibile in volo sia da Djerba, sia da Sfax, in ogni periodo dell’anno. Il turismo, infatti, anche e soprattutto nei mesi invernali è favorito da un clima gradevolissimo e una vacanza in questi luoghi, appaga lo spirito, allontana lo stress quotidiano e riscalda i sensi.
Non sto parlando della Tunisia del mare in cartolina, degli sport acquatici, dei villaggi turistici e del divertimento a tutti i costi. Acqua, fuoco, vita e morte sono le “radici” di questa terra: le oasi, il sole, le palme e la sabbia sono i loro simboli. E’ la scoperta di una dimensione insolita, affascinante e forse non per tutti, che attrae e incuriosisce e sa, ogni volta, stupire: il deserto. Gabes è un ottimo punto di partenza per dirigersi verso Douz, la “porta del Sahara”, l’oasi più conosciuta e importante di tutta l’area.
Anche quest’anno a dicembre, proprio durante il periodo natalizio, si svolgerà il tradizionale Festival Internazionale del Sahara, un appuntamento imperdibile per i popoli del deserto, che annualmente si ritrovano qui, in una festa che profuma di condivisione, di cultura, di musica e colori. A Douz si apre uno scenario inconsueto, l’incontro con un universo di sabbia e meravigliose suggestioni, che ti entrano negli occhi, per nascondersi nel cuore. Da qui è possibile organizzare tour nel deserto, viverne la magia, catturarne i silenzi, ascoltare le emozioni che muovono la mente.  Irresistibile è l’animato mercato che quotidianamente presenta spezie dai colori e dai profumi intensi e prodotti dell’artigianato locale, un’occasione imperdibile per i sempre numerosi turisti e gli abitanti della zona.

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Il viaggio tra le oasi si snoda ancora verso sud, più vicino a Gabes (40 km circa). Dopo aver percorso chilometri di solo deserto, si arriva al famoso villaggio di Matmata. Abitato da tribù berbere è un luogo che ha dell’incredibile, che ti lascia inizialmente senza fiato. Non c’è stupirsi che sia stato scelto per rappresentare una parte della scenografia della famosa saga di Lucas “Guerre stellari”, perché è un paesaggio davvero unico al mondo. Tra piccole montagne dai colori giallo ocra, intervallate da brevi aree più fertili dove si ergono faticosamente piante coltivate e piccole palme, Matmata è qualcosa di spettacolare. La gente vive in case scavate sotto terra, una sorta di cratere che emerge in superficie solo attraverso un’apertura. E’ un popolo laborioso, che sfrutta, però, le prime ore dell’alba per dedicarsi ai piccoli impegni dell’agricoltura o artigianato, perché il caldo impedirebbe qualsiasi attività durante la giornata. Per il resto, le loro abitazioni sono queste: inimmaginabili gallerie, con piccole stanze alcune delle quali adibite anche a ripostiglio e deposito di cereali o altri beni di prima necessità. Molti restano a vivere qui proprio per offrire al turista il modo più diretto di conoscere questa affascinante cultura, sopravvissuta al modernismo dei giorni nostri; altri, invece, in parte “arabizzati”, hanno attività diverse, gestiscono bar o piccoli negozietti di souvenir in aree vicine.  I berberi conoscono l’arte dell’ospitalità e mi offrono tè verde alla menta in piccoli bicchierini di vetro. E’ la loro bevanda tipica, profumata, calda,appena fatta. Sorridono, mentre dividono con me una sorta di focaccia cotta sulla brace o mi portano con discrezione alla scoperta della loro quotidianità, tra bambini che mi guardano sorpresi e animali che accompagnano il lento incedere del tempo. Non c’è altra dimensione dello spazio senza fine, non c’è altro suono del nulla, non c’è altra luminosità che si esprime tra le sfumature più diverse. Si resta così, lasciando che a parlare siano gli occhi. Sono queste emozioni dorate ed intense che impreziosiscono questa Tunisia, questa terra deliziosa, il cui ricordo è indimenticabile.