Venezia: il fascino di Cannaregio e il quartiere del Ghetto

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Ho sempre sostenuto che per conoscere e comprendere al meglio l’essenza di una città, di un luogo, di un’esperienza, non sia sufficiente fermarsi a ciò che appare, ma coglierne l’unicità presente in tanti piccoli dettagli. Venezia è una delle mete più amate al mondo. E’ nota per la sua straordinaria originalità, per la sua tradizione, per i monumenti-simbolo che la rendono famosa ed apprezzata ovunque. In uno dei miei numerosi soggiorni mi sono imbattuta nel quartiere del Ghetto, un luogo particolare e suggestivo. Puoi arrivarci a piedi molto facilmente dalla Stazione di S.Lucia, procedendo verso Lista di Spagna, continuando oltre Campo S.Geremia, dopo il ponte a sinistra inizia il sestiere di Cannaregio dove si estende prima il Ghetto Vecchio e più in là quello Nuovo. Diversamente arrivi al Ghetto Nuovo con le linee 1 e 82 fermata S.Marcuola, oppure 41-42-51-52 fermate Guglie.
Nel 1516 gli ebrei vennero relegati in questa zona di Cannaregio “appresso san Girolamo dove si fondevano i metalli per fabbricare bombarde” e costretti a vivere in una zona separata dal resto della città. “Geto” o “getto” veniva chiamata in veneziano proprio la fonderia, parola pronunciata con la “g” dal suono duro, in quanto i primi ebrei che si raccolsero qui erano di origine tedesca (da qui il termine “ghetto” famoso in tutto il mondo). Qui a Venezia è stato, quindi, fondato il primo ghetto d’Europa ancora perfettamente mantenuto nei secoli. Gli ebrei vennero chiusi in una zona dove sorgeva una “fonderia nuova”, il campo del Ghetto Nuovo circondato da 3 canali. Successivamente un cancello sul canale di Cannaregio delimitò il Ghetto Vecchio, annesso nel 1541.
Fermarsi qui per una visita non necessita di particolari interessi religiosi o spirituali in genere. Lo si ammira per il fascino che sa emanare, soprattutto ritagliandosi un spicchio di pace, lontano dal fragore del resto della città, molto più battuto e ricercato. E’ tutto trasuda di storia, di architettura, di arte, di armonia e di riflessione.
Al Campo del Ghetto Nuovo si rimane colpiti da palazzi molto alti che si affacciano intorno. C’era, ai tempi, una necessità logistica per costruire nuovi piani e/o “tagliare” quelli già esistenti: la comunità ebraica cresceva vistosamente e c’era bisogno di trovare per tutti un’adeguata sistemazione rimanendo entro questi confini. Qui sorgono proprio le famose Sinagoghe, luoghi di preghiera e di studio dei testi sacri, il cui nome in greco significa “luogo dell’adunanza”, molto simile all’ebraico bet ha-kenèset (casa di riunione).
In questo particolare contesto geografico esse prendono il nome di “Scola” per indicare sia luoghi di formazione che confraternite religiose e laiche tipicamente veneziane.
Le 5 scole sono ancora intatte e uniche al mondo, costruite originariamente nel XVI secolo e riviste nuovamente nell’Ottocento. La Scola Grande Tedesca (1528), la Scola Canton (1531) e la Scola Italiana (1575) sorgono nel Campo del Ghetto Nuovo e non sono facilmente identificabili guardandosi intorno proprio per evitare, a quei tempi, di essere scoperti dalla Magistratura che ne vietava la costruzione. Si aggiungono a queste la più recente Scola Levantina, rinnovata intorno al 1700 secondo un progetto di Baldassare Longhena e la Scola Spagnola, una tra le più scenografiche.
Ti consiglio di usufruire della possibilità offerta dal vicinissimo Museo Ebraico, per concederti un’interessantissima visita guidata. Quel poco che si vede da fuori, immaginato dal racconto di un validissimo conoscitore di questa tradizione storico-culturale-religiosa, non è nulla di fronte a ciò che ti apparirà all’interno: forme architettoniche sapientemente disposte, colori talvolta intensi, uno stile discretamente sobrio e comunque sempre molto elegante, un luogo di meditazione sacro e suggestivo allo stesso tempo.
Il Museo Ebraico è attualmente piuttosto piccolo come estensione, ma non per questo scarso di contenuti. E’ stato aperto nel 1954 dalla comunità ebraica di Venezia e conserva una preziosa raccolta di oggetti di culto pubblico e familiare, di fogge e materiali vari a seconda del periodo (prodotti intorno al 1600 e 1800). La sala degli argenti e la sala delle stoffe custodiscono stupendi manufatti in filigrana d’oro e d’argento o tessuti (velluto e seta) molto pregiati usati principalmente per il culto e le pratiche religiose. Un’altra area del Museo è invece dedicata alla comunità ebraica a Venezia, ne racconta la storia, l’evoluzione, la tradizione attraverso un percorso espositivo di grande effetto. Piacevole è la sosta presso il piccolo punto ristoro, che serve anche dolcetti tipici ebraici, con annessa la libreria che espone testi tradotti in diverse lingue relativi alla storia, alla religione, alla cultura e alle specialità gastronomiche di questa comunità, ma anche oggettistica di vario genere.

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Sempre a Cannaregio puoi trovare due magnifiche chiese che sicuramente colpiranno la tua attenzione:
– la Chiesa della Madonna dell’Orto, costruita nel XIV sec e ristrutturata poi nel XV sec, presenta elementi vari architettonici che vanno dal romanico al gotico al rinascimentale. Si raggiunge con le linee 41-42-51-52, fermata Madonna dell’Orto ed è meglio conosciuta come “la chiesa del Tintoretto” che qui è sepolto e di cui si possono ammirare all’interno capolavori senza tempo come la “Presentazione di Maria al Tempio” e il “Miracolo di Sant’Agnese”
– la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è davvero un piccolo capolavoro di arte rinascimentale del XVI secolo, realizzato da Pietro Lombardo. Si trova nel piccolissimo campo dei Miracoli, passando dietro la chieda dei Santi Apostoli, proseguendo per Campo S. Canciano e poi passando Campo S. Maria Nova, dove, oltre il piccolo canale, ti troverai di fronte a questa deliziosa struttura in marmo policromo, recentemente ristrutturata. Pare venne costruita su commissione di Angelo Amadi che volle custodire un’immagine della Vergine con Bambino, ritenuta miracolosa da tutti gli abitanti che vi si affidavano per ricevere una grazia.
E dopo questo tour per Venezia che ne dici di fare una sosta per mangiare? Sono due i locali che ti consiglio. Il primo è il ristorante ebraico Gam-Gam,situato proprio nel cuore del Ghetto, con cucina tradizionale ebraica, un locale cult che continuo a trovare delizioso, uno dei punti di ristoro più affascinanti e imperdibili della zona. Se, invece, preferisci piatti della tradizione veneziana e/o internazionale, non perderti il Ristorante All’Aquila, in Lista di Spagna 160/a (Tel 041 715707), vicino alla Stazione ferroviaria di Santa Lucia che offre una cucina genuina,un ambiente molto carino e una piacevole accoglienza. E’ aperto sempre a pranzo e a cena, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Da provare!