Vienna: la storia della Cattedrale di Santo Stefano

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Tra le deliziose meraviglie che la romantica capitale asburgica sa regalare, la cattedrale di Santo Stefano è uno dei simboli più rappresentativi di Vienna. Per comprenderne la storia occorre fare un salto indietro nel tempo fino al 1137, anno in cui, per la prima volta, si parla della parrocchia di Santo Stefano. Un edificio inizialmente in stile romanico, posizionato a Oriente, che vide la luce il giorno 26 dicembre, immediatamente dopo Natale per la festa di Santo Stefano, protomartire cristiano e per questo motivo ricordato subito dopo la nascita di Gesù. La versione finale dell’edificio avvenne successivamente nel 1304, con un restauro in stile gotico e la successiva consacrazione del vescovo di Passau. In seguito si pensò a costruire le cappelle laterali e si attribuì tutto questo desiderio di rinnovamento al fine ultimo che era quello di trasformare Vienna in una degna segna vescovile, con un simbolo religioso che meglio la rappresentasse. Oggi la Cattedrale si erge tra i tetti della città e mostra fiera le sue due torri: quella sud familiarmente chiamata “Steffl” terminata nel 1433 e quella nord, detta “Adlerturm” (torre dell’aquila) del 1469. La torre sud, voluta da Rodolfo IV, così come la cappella di Santa Caterina, patrona degli eruditi, che sta ai piedi, è un vero e proprio gioiello di architettura gotica con un’altezza di oltre 136 metri. Sempre restando all’esterno, lo sguardo si posa incantato sul tetto del duomo formato da oltre 230mila tegole smaltate in ben dieci colori diversi, che sono state disposte a zig zag creando un effetto ottico di grande meraviglia. Verso la fine del XV si pensò ad abbellire anche l’interno con arredi sacri, altari e decori in stile barocco che ne hanno esaltato lo splendore.

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La cattedrale si presenta con 3 navate sorrette da pilastri a fascio, da cui si intersecano le nervature che costituiscono poi le volte. Ciascuna navata offre un’interpretazione iconografica diversa. Le due laterali a nord e a sud di riferiscono rispettivamente alla Madre di Dio e agli Apostoli, mentre quella centrale è dedicata a Gesù, a Santo Stefano e ai Santi.Di grande effetto è proprio quest’ultima che termina con l’altare maggiore costruito dai fratelli Pock e consacrato nel 1647. Nella pala è rappresentata la lapidazione di Santo Stefano davanti alle mura di Gerusalemme. Sempre all’interno l’attenzione viene inevitabilmente rapita dalle numerosissime statue presenti, oltre 100, che fanno di questo luogo religioso, uno dei più interessanti e prestigiosi al mondo. In fondo alla chiesa, uno scenografico monumento funebre in marmo rosso accoglie le spoglie di Federico III d’Asburgo. Una curiosità, però, non sfugge agli occhi del visitatore più attento. Sempre nella navata centrale, all’altezza del terzo pilastro, c’è una scala in pietra arenaria che porta alla tribuna superiore, mostrando i ritratti dei 4 Padri della Chiesa. La scala presenta decorazioni molto particolari e significative, come una serie di animali che si trovano sul corrimano della ringhiera. Sembra che sia raffigurata una sorta di lotta tra rane, che rappresentano il Male e le lucertole, che essendo amanti del Sole, interpretano il Bene. Per evitare che qualche animali maligno raggiunga la tribuna è stato posto un cagnolino, che rappresenta la Fede. E la Fede, infatti, trionfò a scapito di tutte le previsioni, durante l’attacco subito del 1683 dai turchi del Gran Visir Kara Mustafà, che volevano trasformarla in un minareto. I 200 mila invasori vennero sconfitti dai 70mila cristiani molto ben organizzati, che salvarono così la cattedrale. La seconda guerra mondiale e l’incendio che si verificò nell’aprile del 1945, devastarono questo luogo di fede e solo il coraggio, la devozione e il grandissimo impegno della città intera fece in modo che nel 1948 venne celebrata la prima Messa solenne nella navata centrale appena ricostruita, anche se l’inaugurazione avvenne in seguito nel 1952, il 26 aprile. Si dice, però, che la sua vera e importante rinascita avvenne soltanto nel 1957, quando ai viennesi venne restituita la Pummerin, la nuova campana, fusa con quella vecchia e adeguatamente posizionata per regalare a tutti i suoi tanto attesi rintocchi. Vienna è qui tra colori, decori, storia e spiritualità eterna.