Villa Etelinda: il ricordo di Margherita di Savoia e dei suoi sogni

Il 4 gennaio 1926 è la data della morte di Margherita di Savoia, il personaggio storico femminile, che da sempre mi accompagna nei pensieri e nel mio vivere. Regina d’Italia dal 1878 al 1900 venne amata da tanti per quella sua personalità rara e insolita, delicata e potente, riservata ed empatica. Una sorta di strana miscela di sfumature contrastanti, ma mai eccessive che ne hanno definito un animo limpido e profondo. Mi sono avvicinata al suo percorso esistenziale e l’ho sentita vicina. L’ho presa per mano, tirandola fuori dalla pagine dei libri di storia, per vestirla di quella quotidianità che oggi mi appartiene e che vivo, talvolta, nel ricordo del suo essere così fiero ed emancipato verso il mondo. L’ho amata tra le montagne meravigliose della Valle d’Aosta, dove ancora oggi è possibile sentire il profumo della sua presenza e coglierne i passi, nella dimora storica del Castel Savoia, a Gressoney. Ma oggi ho qualcosa in più d’aggiungere, per completare, qualora fosse possibile farlo, il ritratto di questa donna speciale, anticonformista, romantica e non poi cosi lontana.
A Bordighera ho avuto l’immenso onore di visitare Villa Etelinda  in una cornice speciale, un tour privatissimo (che è possibile organizzare e gestire tramite una rete di visite guidate di grande eccellenza) che mi ha aperto il cuore, in una soleggiata e indimenticabile giornata estiva. La Villa venne commissionata nel 1876 dal noto banchiere Raphael Bischoffsheim e progettata successivamente dall’altrettanto famoso Charles Garnier, architetto parigino a cui si deve la creazione della maestosa Operà, per poi essere inaugurata nel 1878.

Monet la ritrasse successivamente in diverse sue opere (1884) e solo nel 1896 il 13° conte di Strathmore, Claude Bowes-Lyon l’acquistò dandole il nome di “Ethelinda” in onore del successo ottenuto dalla sorella Mildred Marion Bowes-Lyon, che con l’opera omonima (1894) aveva segnato un’epoca essendo la prima composta da una donna (il nome venne poi modificato in epoca fascista).
Nel 1914 la Regina Madre Margherita di Savoia la scelse come sua nuova residenza, attratta soprattutto dal clima meraviglioso di questa zona. L’edificio si presenta con una torre suggestiva a 4 piani che porta ad un punto panoramico di emozionante bellezza. L’incedere lento per quegli scalini così ripidi, indispensabili per arrivare a godere di un paesaggio che toglie davvero il fiato di giorno e regala manciate di stelle la notte, mi ha portato a riflettere ancor di più su questa donna, regina nella stirpe e nel cuore, che ha vissuto con forza e speranza ogni avvenimento della sua complessa esistenza, trovando sempre un motivo per andare avanti. Grande capacità comunicativa la sua, ma anche grande animo nobile di intenti nel portarsi sempre in aiuto dei più poveri. Donna di sentimenti puri e spesso difficili da vivere, che ha lasciato traccia di sé e del suo passaggio terreno anche in questo luogo cosi particolare e assolutamente affascinante.
Anche l’interno della Villa merita una particolare menzione. Lo scalone immenso che mi ha accolto, non appena varcato l’ingresso, mi ha proiettato in una dimensione insolita. Gli affreschi di grande pregio che lo precedono sono di un pittore del ponente ligure, tale Giuseppe Ferdinando Plana, che tratteggia natura e vedute paesaggistiche dei dintorni.

La prima volta della Regina Margherita a Bordighera avvenne nell’inverno tra il 1879 e il 1880: un’esperienza che vista l’evoluzione successiva della sua vita, la influenzò notevolmente, tanto che una lunga fascia esterna di mosaico ne ricorda questo soggiorno.
Sempre avanti” era il suo motto, così come quel “fert” ripetuto nel cuore che l’ha sempre sostenuta. Il suo viaggio è terminato qui, in quella Bordighera di tanti anni fa, che non aveva più lacrime e nè fiori per rendere omaggio alla sua bella anima e che l’ha accompagnata con lo sguardo fino Roma, dove nel Pantheon riposerà in eterno.