Conoscenza, scoperta, felicità in viaggio: il turismo esperienziale

Tra le diverse letture degli ultimi tempi, una ha particolarmente suscitato la mia attenzione. Lo psicologo americano Thomas Gilovich, nella sua opera del 2014, “A wonderful life” sostiene l’importanza di studiare le persone felici, partendo dall’analisi del loro mondo e del loro stile di vita. Il consumismo frenetico e incessante di questi tempi moderni ha ridotto il valore delle “cose” stesse e in termini di economia esistenziale, ha procurato più svantaggi che benefici. “Vi rende più felici un acquisto materiale o una bella esperienza?” E’ questo il punto di partenza di una delle sue tante ricerche. A risultati ottenuti, lo studioso sottolinea come il valore della felicità sia dato dall’esistenza stessa e non dal possesso di beni facilmente sostituibili. E’ il modo con cui costruiamo, pezzo per pezzo, la nostra identità, che va considerato come l’investimento migliore che possiamo fare. Questo, infatti, diventa il valore aggiunto, alla nostra vita. Il desiderio di conoscere, di fare esperienza, di scoprire e magari di cambiare, diventa, con il tempo, un elemento di inesauribile forza, che ci garantisce una migliore percezione di noi stessi. Il piacere del viaggio e dell’avventura diventano così i tasselli su cui costruire una parte di noi stessi. Si chiama viaggio 4.0 e non necessariamente interessa luoghi lontani, costosi e irraggiungibili. Il punto di partenza, infatti, è una diversa visione dell’esistenza, una predisposizione d’animo fuori dai soliti canoni. Incominciare a credere che essere felici non abbia nulla a che vedere con quello che si ha, quanto piuttosto con quello che si è. Non si sta bene solo collezionando il superfluo, che magari mai ci potrebbe bastare, ma si inizia a trovare una dimensione migliore di se stessi, attraverso incontri, nuovi saperi, nuove esperienze.

Il viaggio  così inteso, non diventa solo puro svago ed evasione, ma si avvale di un tassello indispensabile: il senso dell’esperienza e del cambiamento. Dal 2017 uno dei sondaggi del famoso sito TripAdvisor, ha sottolineato come la voglia di nuove avventure, sia alla base di una percentuale sempre più alta e convinta di viaggiatori. La vacanza, in pratica, deve contenere, sempre più, attività alternative e stimolanti, esperienze curiose e diversificate, possibilità di conoscere e scoprire e non solo di restare lì dove si è, senza aggiungere altro a quel periodo di svago. Non si scelgono più i viaggi “piatti”, quelli sterili, quelli che sono prevedibili e stancanti nella loro pigrizia organizzativa. Si cerca una “gita per la mente”, per i sensi, per il desiderio di non accontentarsi. E’ vero, forse, la formula  della vacanza perfetta esiste davvero, ma quello che oggi conta, è sapersi ascoltare dentro, allentare il legame con una dimensione mondiale costituita da stereotipi pre-confezionati, per raggiungere lentamente (e in modo felice) il cuore del nostro essere più nascosto. Così senza andare troppo lontano possiamo provare spingerci al Sud della nostra penisola, verso un’esperienza agreste, partecipando ad attività agricole di vario genere, tra profumo di cioccolato e zafferano e vivendo, così una vacanza in fattoria . Ritrovarci in Versilia per scoprire storia e lavorazioni di antichi metalli e conoscere artisti che mettono il cuore, forgiato nelle loro opere. O, infine, imparare a conoscere le attività dell’Associazione ItaliaTurismoArte , da sempre coinvolta nella tutela e nel recupero del ricchissimo e suggestivo patrimonio artistico-culturale del nostro territorio.
Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo“. (Bruce Chatwin)