Cimitero Acattolico di Roma: storia e cultura riposano qui

 

Chi mi conosce e mi segue ormai da tempo, sa quanto io sia legata alla città di Roma. Il mio animo da travleblogger o forse semplicemente la mia indomabile curiosità mi portano ogni volta a cercare quel “quid” che faccia la differenza e come sempre riesce a farla. Così per questo mio ultimo recente soggiorno, ho scelto di visitare il suo Cimitero Acattolico.

Si raggiunge molto velocemente dalla Stazione Termini con la linea B della metropolitana scendendo alla fermata “Piramide”, proprio quella Piramide Cestia,che rappresenta uno dei tanti simboli di Roma.

La mia passione tangibile per i cimiteri storici e monumentali è ormai ampiamente risaputa, ma entrare in questo contesto così particolare e insolito, ha scatenato in me una sensazione deliziosa e inattesa. Come sempre mi sono documentata per ricevere un’adeguata conoscenza sulla sua origine.

Se inizialmente si pensava che questa risalisse ad un periodo intorno agli anni Venti del Settecento,le attente ricerche del prof. Edward Corp, Professore Emerito di Storia Inglese presso l’Université de Toulouse, forniscono come data certa il 1716. Occorre, però, fare un doveroso passo indietro per capire meglio i dettagli.

La Rivoluzione che si scatenò in Inghilterra e Scozia (1688-1689) aveva portato alla deposizione del Re Giacomo II Stuart, a causa della sua fede cattolica. E qui nacque una riflessione difficile da affrontare. “Nei Paesi di fede Cattolica, come avrebbe dovuto porsi la Chiesa nei confronti di quei giacobiti Protestanti che, seppur eretici, sacrificarono tanto e mostrarono una lealtà assoluta al loro re Cattolico? In particolare, sarebbe stato giusto concedere loro dei cappellani Protestanti e cimiteri Protestanti consacrati?”. Il re esiliato, insieme alla sua corte, si rifugiò nei territori dello Stato Pontificio, arrivando fino a Roma. Così pensando che prima o poi qualcuno sarebbe morto qui, il Papa Clemente XI prese una decisione importante, mostrando una tolleranza moderata verso questa delicata situazione. L’occasione concreta si presentò con la morte del dottor Arthur “un medico Protestante di Edimburgo esiliato per aver sostenuto Giacomo III”, deceduto proprio mentre si trovava a Roma nel 1716. Il permesso accordato per la sua sepoltura porto all’origine del Cimitero Protestante di Roma. “A partire dalla prima metà del XVIII secolo, accanto alla Piramide furono sepolti anche defunti non Cattolici di altre nazionalità, ma è certo che il Cimitero fu creato appositamente come luogo di sepoltura per i sostenitori giacobiti britannici dell’esiliato re Giacomo III”.

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L’atmosfera che si respira qui è di una pace assoluta, pur trovandosi a Roma, città dove il silenzio non è poi cosi scontato. Il rispetto del luogo si concretizza nella cura dei dettagli e nell’invito al visitatore di mantenere un adeguato contegno visto il contesto in cui si trova.

Il mio desiderio era quello di visitare tre tombe che desideravo incontrare da tanto tempo. Qui, infatti, sono sepolti i miei poeti inglesi preferiti John Keats e Percy Bysshe Shelley a cui il mio ideale romantico di vita, doveva da tempo un degno tributo.

Inoltre all’interno del cimitero tra alberi secolari e un giardino che evoca emozioni, sapientemente curato da chi lo gestisce con tanta devozione, si trova una colonia felina importante, tanto che imbattersi in un gatto desideroso di coccole, non è cosa rara. Per questo qui riposa “Romeo” simbolo di questa attenzione speciale.

I will climb into the clouds and exist”  (John Keats)