Firenze: lo spirito e l’arte nella chiesa di San Miniato al Monte

San Miniato al Monte è una delle basiliche più famose e care al popolo fiorentino e a tutti coloro che si recano qui, ogni anno, mossi da una particolare devozione e da una ricerca incessante di pace profonda. Ascendere l’imponente scalinata, che si erge proprio sopra la città di Firenze è un atto di dolce abbandono, di distacco graduale dallo stress cittadino e di maggiore vicinanza al cielo, che abbraccia questa chiesa, così suggestiva. La struttura si presenta con un alternarsi di intarsi bicromatici, tra il bianco tipico del marmo di Carrara e le tonalità del verde di Prato. E’ un edificio classico nel suo insieme e questo lo si nota,già, da alcuni dettagli architettonici evidenti, come una serie di arcate cieche, che si adagiano su colonne corinzie. La facciata in mosaico è decisamente particolare e simbolica: i due cerchi laterali e la finestra sottostante, paiono formare due occhi e una bocca stilizzata, forse a voler rappresentare il volto della perfezione, di un Dio, che veglia su Firenze.
La tradizione vuole che San Miniato fosse il primo martire cristiano cittadino. Venne decapitato sotto l’impero di Decio e si narra, che lo stesso santo, raccolse la propria testa, per arrivare fino all’Arno, lo attraversasse per poi giungere fino ad un cimitero, aspettando sdraiato, con la testa accanto, la pace del riposo eterno. Proprio quel luogo, quello che anticamente era detto Mons Florentinus, divenne la sede di una chiesa costruita intorno all’anno Mille, che guarda Firenze dalla collina posta a sud-ovest.
Compiere un pellegrinaggio a piedi dalla città è un’esperienza sicuramente suggestiva e indimenticabile. Si percorre proprio la piccola strada di San Miniato al Monte e si sale attraverso la collina e i boschi circostanti.

Di lì a poco si raggiunge il viale Michelangelo, quello dell’omonimo punto panoramico, cosi famoso e ricercato da tutti e da qui, si continua a salire, lasciandosi alle spalle il convento di San Salvatore al Monte. Ben presto il contorno di questa chiesa e l’atmosfera di pace e silenzio sarà il valore aggiunto del paesaggio circostante. La Basilica, inoltre, diffonde grazia, forza ed eleganza in uno stile architettonico che conquista. Il mosaico della sua facciata, che raffigura il “Redentore tra la Madonna e San Miniato“, è qualcosa di sublime nella sua realizzazione armonica e perfetta. All’interno la sacrestia è un piccolo tesoro di meravigliosi affreschi, frutto dell’opera di Spinello Aretino, che qui dipinse per la prima volta, attraverso 16 scene, le “Storie di San Benedetto” (1387), la cui ispirazione al grande maestro Giotto, è incredibilmente evidente.
Anche la cripta vale una menzione, per il fascino che rappresenta. Sono 38 le piccole colonne, una diversa dall’altra, che reggono le volte a crociera, che nella parte dell’altare sono state dipinte da Taddeo Gatti, sempre di scuola giottesca. La Ruota della Zodiaco, praticamente identica a quella presente nel Battistero, appare sul pavimento della navata centrale e accompagnati da altre decorazioni magnifiche, si giunge fino alla famosa cappella del Crocifisso, opera dello scultore Michelozzo di Bartolomeo e completata dalle maioliche colorate di Luca della Robbia.
Dal 1924 sono tornati in questa sede, i monaci benedettini considerati a giusto titolo i custodi di questa basilica, che è ritenuta dai più, un vero varco di accesso verso il Paradiso.