La mia Torino è magica

simboli a Torino

Ecco un pensiero per la mia Torino quella più “segreta” e forse poco nota “intesa come una lanterna magica che proietti di sé immagini antiche..spesso imprevedibili, a confermare che non vi è solo una Torino,ma tante”. Torino è magica: lo testimoniano il volo dell’angelo e quello del dragone. L’angelo che vola sopra l’Europa, raffigurato in una incisione di fine Seicento, “scoperta per caso sulla copertina di un vecchio lunario conservato in un ristorante di Chartres”, delinea un percorso di religiosità che tocca, inoltre, Lione, Londra e induce a proseguire il pensiero su Praga. La mappa in cui campeggia il dragone, raffigurato, invece, in un’altra incisione indica un preciso percorso: “con un’ala che raggiunge Praga, gli artigli piantati su Lione e Torino, Londra nel becco”. Così la città è simbolicamente inserita in uno scenario magico piuttosto esteso. Secondo la tradizione, le si riconoscono aspetti legati alla magia bianca (l’asse Torino-Lione-Praga), quello della magia nera (insieme a Londra e a San Francisco) e addirittura un aspetto “giallo” costituito da eventi e fatti di cronaca inquietanti realmente accaduti e mai risolti. Così questa vuol essere una piccola mappa degli elementi più significativi per iniziare un tour magico virtuale della città:
– Piazza Statuto: è il cuore più profondo e insospettabile della Torino nera, riconducibile al monumento costruito in ricordo dei caduti della Galleria del Frejus, che presenta sulla sommità un angelo nero (Lucifero?!) con una stella a cinque punte e tra le mani la “conoscenza”, in un atteggiamento simbolico molto particolare. Nelle vicinanze appare il segno tangibile che, secondo alcuni esperti, rappresenta il culmine delle forze del male: un piccolo obelisco (astrolabio) che indica il passaggio del 45° parallelo e unisce idealmente Londra e San Francisco. Forse una coincidenza o forse no, ma nella piazza proprio sotto una grande aiuola c’è l’accesso alla rete fognaria della città, interpretata da molti come il punto di accesso, la porta verso il regno degli Inferi.

– Più spostata verso il centro è situata via Bonelli. I torinesi sanno che al Rondò della Forca (punto della città non specificato chiaramente in cartina) un tempo, si eseguivano le impiccagioni e proprio in questa via, al numero 2, pare abitasse l’ultimo boia della città, tale Piero Pantoni, personaggio inquietante sempre vestito di nero. Interessante è la storia dei santi sociali, come Giuseppe Cafasso (a cui è dedicato un monumento nelle vicinanze), Benedetto Cottolengo e Giovanni Bosco, ma ancor più curiosa è la storia della nascita del pan carrè, conosciuto ovunque, che trae la sua origine qui. Pare, infatti, che i panettieri del tempo, in segno di disprezzo verso il boia, iniziarono a dargli del pane al contrario. Dopo le rimostranze di questo, fecero cuocere un pane a forma di mattone che potesse essere preso anche al contrario senza distinguerlo. Da qui all’evoluzione del famoso tramezzino, il passo non è stato difficile da fare!

– In Piazza Solferino è la Fontana Angelica il simbolo della Torino misteriosa. Venne costruita dallo scultore Giovanni Riva e inaugurata nel 1929. In realtà la sua sede non doveva essere questa, ma collocata davanti al Duomo, in direzione del sorgere del sole. Non è chiaro il motivo per cui venne spostata qui, se all’origine ci furono problemi burocratici o se invece il suo significato magico, fosse in netto contrasto con la religiosità del luogo scelto. E’ composta da 4 statue, due maschili e due femminili che rappresentano le 4 stagioni e in particolare i due riferimenti maschili rappresentano Boaz e Jaquin, sostenitori delle colonne d’Ercole, che indicano, rispettivamente l’iniziazione e la perfezione. In pratica la fontana rappresenta l’inizio della trasformazione che ciascuno fa per raggiungere la conoscenza. I simboli, però, più rappresentativi sono il pesce (la religione cristiana) e l’ariete (il caprone, segno del diavolo) che qui appaiono in un modo tutt’altro che insignificante.

portone del diavolo

Grazie al famoso antropologo Massimo Centini alla sue ricerche e ai suoi studi sulla magia e sulla città di Torino, abbiamo oggi la possibilità di osservare questa città con occhi nuovi e cogliere dietro le centinaia di teste di toro, di leone o di cane, dietro molte delle statue presenti, interpretando fregi e simboli apparentemente privi di un senso “magico”, quel qualcosa di diverso, di affascinante e incredibile che rende Torino una città speciale. Così, disseminate per il centro storico,non è raro trovarsi di fronte a maschere talvolta spaventose, la cui radice etimologica riporta al nome masche, usato per indicare, in alcune zone rurali, le streghe. Giuditta Dembech, notissima studiosa dei misteri di Torino, a cui ha dedicato interessantissimi libri sulla magia segreta di questa città, li identifica come i “guardiani delle soglie”. E passeggiando per via Alfieri, via Arsenale, via XX Settembre, ecco i segni più evidenti, sui portoni e sui muri di tanti bellissimi edifici classici. Il portone del diavolo si trova proprio in questa zona, in via XX Settembre angolo via Alfieri, nel palazzo delle sede della BNL (Palazzo Trucchi Levaldigi) . La tradizione narra che fu costruito direttamente dal diavolo negli Inferi! Il simbolismo di questa soglia è evidentissimo, così come pure il mistero di alcuni delitti insoluti avvenuti all’interno di questo edificio e ancora oggi tramandati. Raggiungendo Piazza Castello, entrerai nel cuore della Torino bianca e in fondo a Via Po, oltre la meravigliosa Piazza Vittorio, sarai davanti all’imponente Chiesa della Gran Madre. Venne costruita all’inizio del 1800 per celebrare il ritorno dei Savoia, dopo l’invasione di Napoleone e l’incisione presente sulla facciata lo testimonia “Ordo populusque taurinus ob adventum regis” . Da molti è ritenuta il principale simbolo magico della città, che pare sorga sopra un tempio, quello di Osiride, eretto dagli Egizi, che secondo la leggenda furono i fondatori della città e si dedicarono al culto del dio Api, raffigurato come un toro. Da ciò si desume un’altra interpretazione della scritta citata prima che fa riferimento all’ordine del Toro, di discendenza celtica, che lega ancora oggi la regione con alcune tracce di questa civiltà, presenti nella regione. E poi ancora c’è da scoprire il mistero della Donna Velata con in mano una misteriosa coppa e tanti altri riferimenti al Santo Graal e alla sua difficile e affascinante ricerca, che attirano da sempre l’interesse di tanti visitatori. C’è, infine, una Torino avvolta dalla magia racchiusa nei suoi sotterranei, con la presenza delle Grotte alchemiche, che spostano l’interesse su maghi e alchimisti, sul soggiorno di Nostradamus in città o sull’interesse dei Savoia per l’astrologia. Così il fascino della città si compone di queste polarità che si susseguono, testimoniate da una realtà architettonica imponente e da un alternarsi di leggende e di suggestioni che le regalano una bellezza d’altri tempi.