Milano e Dan Brown: appuntamento al Cenacolo vinciano

Duomo by night

L’ interesse dimostrato da Dan Brown per Milano risulta notevole da alcuni riferimenti bibliografici del suo “Codice da Vinci” e il Cenacolo, da lui  visitato, qualche anno fa in occasione di una soggiorno in città, né è l’espressione più chiara. Milano è una delle città più moderne e conosciute al mondo. Considerata da molti la “capitale della moda” in Italia, ci stimola per i suoi ritmi frenetici, per il commercio, la cultura, lo stile che in essa e da essa, spesso, ha origine. Eppure proprio Milano prima e Roma poi, sono state le città scelte da Dan Brown per aggiungere quell’alone di mistero che nei suoi romanzi è sempre facile incontrare. Nonostante lo sfavillio di vetrine, il clamore delle sfilate di moda, gli interessi commerciali, sportivi e finanziari in genere, Milano è anche storia, arte e cultura.

Última_Cena

Una visita al Cenacolo di Leonardo da Vinci è uno dei modi per accorgersi di una città diversa, legata alla tradizione e al passato, custode di piccoli e grandi capolavori come questo. Il significato di questo luogo è molto intenso. Qui Gesù si riunì con gli Apostoli durante l’ultima cena prima di essere crocifisso. Era ed è un posto fisico reale, che rappresenta una tappa fondamentale nella storia della religione e della nostra civiltà. Successivamente Leonardo dipinse l’Ultima cena, detta anche Il Cenacolo, basandosi sul Vangelo di Giovanni, prendendo spunto proprio dall’episodio che sottolinea il momento in cui Gesù annuncia il tradimento di uno dei suoi discepoli. Tale opera (misure 4,6 x 8,8 m), commissionata attorno al 1494 dal Ludovico Sforza, duca di Milano, venne completata verso il 1497. Attualmente è custodita nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. Ritrae i 12 personaggi seduti intorno ad un tavolo con Gesù, nell’atto, appunto, di confidare ai suoi commensali il tradimento. Puoi notare i superlativi dettagli che disegnano i volti di ciascuno in un misto di stupore e diffidenza, le varie reazioni incredule o turbate, ma tutte decisamente realistiche. Uno dei particolari più interessanti, rispetto alle diverse rappresentazioni eseguite da altri artisti, è che in questa Giuda non è una figura lontana dalla scena, ma ben integrata nel gruppo, tanto che non è facilissimo distinguerlo. E’ sicuramente un dipinto complesso, preso ad ispirazione dallo scrittore statunitense, perché simbolo indiscusso di una ricerca senza fine, quella dell’origine del Santo Graal. Nel romanzo, in particolare, l’attenzione viene posta sulla persona che siede alla sinistra di Gesù. Per molti è Giovanni, per altri è una donna, Maria Maddalena. Questa ipotesi non è stata solo formulata solo ne Il Codice da Vinci, ma anche nel saggio “Il Santo Graal” di Michael Baigent e Richard Leigh. Anche sulla concezione dell’esistenza del Graal esistono varie teorie, tutte terribilmente suggestive, che hanno portato l’attenzione del Cenacolo verso un pubblico sempre crescente, più attento, curioso e dubbioso.
Non sono qui per darti la lettura più corretta di questo capolavoro d’arte, né per enfatizzare ipotesi sull’origine di questo o altri simboli, ma solo per riconoscere il Cenacolo come un valore aggiunto in una città che di per sé è già estremamente completa sotto ogni aspetto. Non c’è dubbio, infatti, che proprio questo dipinto rappresenti un tesoro di immenso valore, storico, culturale e religioso, ma non si può negare che intorno ad esso, si rincorrono attualmente le ipotesi più diverse.
E’ piuttosto complesso organizzare la visita al Cenacolo, in quanto occorre prenotare con largo anticipo, secondo orari e tempi da stabilire tramite un call center telefonico o una biglietteria in loco, però ne vale davvero la pena!
Potrai trovare tutte le informazioni che ti servono sul sito ufficiale che ti spiegherà come procedere. “Angeli e Demoni”, l’altro romanzo di Dan Brown si “ritrova” a Roma. Non mancare!