Mudec: Homo Sapiens e Basquiat in mostra a Milano
Il Museo delle Culture di Milano nasce nell’area industriale sapientemente riqualificata delle ex officine Ansaldo, da un progetto elaborato intorno al 1990 e realizzato di recente. E’ un immenso spazio creativo, che si avvale di laboratori, studi, biblioteche e ambienti, che hanno lo scopo di valorizzare la missione interculturale, ispiratrice della sua costruzione. L’accoglienza che offre al visitatore è quanto mai originale nella sua grandezza: dallo scalone centrale si accede alla sede espositiva del primo piano, immergendosi in una struttura di vetro e atmosfere luminose decisamente particolari. Al complesso delle oltre 7 mila opere della collezione permanente, si aggiungono puntualmente grandi mostre temporanee, che ne valorizzano l’impegno e la scoperta verso il mondo della creatività e del linguaggio simbolico universale. Termineranno entrambe il 26 febbraio 2017 le esposizioni oggi in corso, ciascuna delle quali offre una motivazione profonda e singolare, che merita attenzione. Appassionante è l’appuntamento artistico con il pittore americano Jean-Michel Basquiat, che racconta la genialità di questo personaggio così intrigante, prematuramente scomparso a 27 anni. “Io non penso all’arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita”. E la sua vita così travolgente viene, oggi, raccontata seguendo un ordine cronologico assolutamente importante per capirne il significato. I diversi studi a cui egli si è dedicato, attraverso lo scorrere di quasi 100 opere, tra dipinti, oggetti e disegni che provengono quasi tutti dalla collezione privata di Josef Mugrabi, sono le orme di questa sua rapida e tragica esistenza. Non mancano ritratti fotografici molto intensi e alcuni lavori divisi con l’amico Andy Warhol, due talenti uniti in un unico valore. La mostra si propone con 5 sezioni precise, “diluite” in spazi luminosi e avvolgenti che offrono al pubblico, la perfetta percezione dei suoi lavori. La strada è il primo “ambiente” in cui Basquiat iniziò ad esprimere tutta la sua irrequietezza e ribellione. Il momento dei graffiti e della sua prima esposizione personale, racchiude i lavori della seconda sezione. Lo studio di New York, in Prince Street a Soho è il fulcro della terza sezione, momento caratterizzato da particolari immagini. Le ultime due parti della mostra rappresentano un omaggio all’esperienza artistica vissuta a New York e concretizzata nei suoi studi di Crosby Street e di Great Jones Street, dove morì il 12 agosto del 1988.
Di tutt’altro genere si presenta:“Homo Sapiens. Le nuove storie dell’evoluzione umana” è la prima mostra al mondo dedicata al racconto della storia dell’umanità. In un’epoca di globalizzazione ormai diffusa, la necessità di ritornare alle origini e di porsi domande profonde sulla storia del uomo e del mondo, della sua sopravvivenza e della sua crescita, risulta quanto mai fondamentale. Il progetto di Luigi Cavalli Sforza, insieme al filosofo evoluzionista Telmo Pievani e al coordinamento scientifico di Stefano Papi, è suddiviso in 5 sezioni a tema, che seguono la crescita temporale degli eventi. Il coinvolgimento delle comunità scientifiche di Italia, Stati Uniti, Israele, Francia, Spagna, Germania, Australia e tante altre, unite ai musei di tutto il mondo, è il simbolo più evidente di una collaborazione al di sopra di ogni aspettativa. Nulla è lasciato al caso, soprattutto l’utilizzo di particolari approcci comunicativi, che gratificheranno le esigenze di grandi e piccoli. L’evento, infatti, è consigliato a famiglie e bambini, che potranno decidere di aderire a iniziative speciali, create appositamente per loro, attraverso un calendario di eventi pre-stabiliti. Evoluzione, ecosistemi, razze e migrazioni sono i concetti espressi che si concretizzano nell’esposizione di alcuni pezzi in mostra davvero stupefacenti, come per esempio l’Homo Naledi, rinvenuto nel 2013 in una grotta del Sud Africa.
Con i suoi 17.000 mq di esposizione e un’attenzione sempre tangibile per i grandi eventi: il Mudec ha fatto centro anche questa volta!