Parigi: architettura e fascino all’Hotel de Ville

hotel de ville

Parigi è una città che mi affascina e non mi stanca mai. Mi piace soggiornare più o meno negli stessi hotel e frequentare brasserie o locali etnici che già conosco bene. Non si tratta di essere “abitudinaria”, semplicemente, ritrovare dei punti fermi e sempre così deliziosi, mi fa “sentire a casa”. Diverso è il discorso relativo a “cosa scoprire” ogni volta in questa incantevole capitale. In uno dei miei ultimi viaggi ho approfittato di un’opportunità insolita: visitare gli interni e scoprire le meraviglie architettoniche ed artistiche del famoso Municipio, l’Hotel de Ville. Questo edificio conosciutissimo da tutti, che d’inverno è apprezzato anche e soprattutto per la splendida pista di pattinaggio su ghiaccio, che richiama parigini e turisti e d’estate si presenta in tutta la sua suggestiva ed imponente architettura, non solo ha conquistato la mia attenzione, ma lo ha reso uno dei ricordi più speciali che Parigi mi abbia saputo regalare. La visita al suo interno, infatti, è qualcosa di incredibile che nessuno sguardo esterno può anche solo lontanamente immaginare!
Immortalato sullo sfondo, nell’indimenticabile fotografia in bianco e nero di Robert Doisneau “Bacio all’Hotel de Ville” del 1950, il palazzo è uno dei più famosi di Parigi.
Nel 1357 fu Etienne Marcel ad acquistare l’edificio accanto alla Senna per trasformarlo in sede amministrativa della città mercantile. Fu interamente rifatto e costruito in stile rinascimentale nel 1533 ad opera di un architetto italiano Domenico Bernabei da Cortona, il Boccadoro, che presentò un’opera di tutto rispetto: un edificio lungo 110 metri, largo 85 e alto 48, in linea con i dettami stilistici dell’epoca. E’ durante la Rivoluzione Francese che visse il suo periodo storico più importante: qui nacque il tricolore francese e il 15 luglio 1789 venne eletto il primo sindaco di Parigi, l’astronomo Jean-Sylvain Bailly (1736-1793). Nel 1870 una nuova rivoluzione coinvolse Parigi, quella della Comune, che portò un gruppo di rivoltosi a incendiare il palazzo il 25 maggio 1871, devastandolo completamente, a parte l’orologio, dal peso di 1,5 tonnellate di ottone, che ancora oggi domina sulla piazza. Ricostruito tra il 1874 e il 1882, secondo il progetto degli architetti Ballu e Deprethes, la sua facciata presenta ben 107 nicchie che accolgono le statue di personaggi illustri parigini come Moliere. Voltaire, Richelieu.
L’ingresso avviene attraverso lo Scalone d’onore e già lo stupore prende il sopravvento!
Non è sicuramente la prima volta che mi capita di accedere a palazzi di un certo spessore architettonico, ma questo ha un valore aggiunto differente: è un Municipio, vissuto e frequentato quotidianamente, per cui fa un certo effetto attraversare saloni immensi, dai soffitti altissimi, deliziosamente decorati con stucchi e colori di grande suggestione, inoltrarsi tra scaloni infiniti, che si aprono su corridoi lunghissimi tanto da perdersi con lo sguardo, sentire il desiderio di appropriarsi di ogni centimetro quadrato di così tanta meraviglia. Non c’è una sala più sfarzosa dell’altra, tutte hanno un loro particolarissimo fascino e un significato interessante come:

salone delle feste

– la Sala delle Feste che si ispira alla magnifica Galleria degli specchi di Versailles. Per le dimensioni è molto simile, anche se questa è più larga e alta. I dipinti al soffitto che raffigurano la storia della musica e della danza di Gervex e Morot, l’affresco centrale che annuncia una Parigi in festa, il colore oro che è costantemente presente e gli elegantissimi lampadari Baccarat, la rendono sicuramente la mia preferita!
– il Salone Jean-Paul Laurens presenta 6 gigantesche pitture che ripropongono altrettanti episodi storici importanti come la nascita della bandiera francese, presentata dal primo sindaco di Parigi a Luigi XIV il 17 luglio 1789.
– Il Salone Bertrand che prende il nome dall’artista, Georges Bertrand, che ha raffigurato sul soffitto diverse scene di vita rurale per rendere omaggio anche a questo antico mestiere di contadino
– Il Salone delle Arcate, anche questo indimenticabile, imponente e suggestivo, diviso da archi e pilastri in 4 sezioni ben distinte che vogliono celebrare le arti, le scienze, le lettere e i mestieri, attraverso 45 dipinti di artisti diversi. E’ un’emozione passare in rassegna i singoli ambienti che si fondono attraverso il denominatore comune della sontuosità e della conoscenza ad ampio raggio.
Meritano un discorso a parte :
– la visita alla Biblioteca, un’area di 600mq, ricostruita anche questa nel 1872 dopo il pauroso incendio che distrusse l’edificio. La sala di lettura è uno degli esempi meglio riusciti di architettura del XIX secolo. Il soffitto è a carena di nave, la struttura metallica è ricoperta da pannelli di legno, così come pure le pareti, che danno l’idea di una costruzione più calda e artigianale, le sedie, i tavoli e le lampade sono dell’epoca e il silenzio che vi regna amplifica maggiormente la sua eleganza. Qui sono raccolti 600 mila volumi, un sapere, davvero, enciclopedico conservato con cura e attenzione, in uno dei luoghi, forse meno conosciuti ai turisti, ma non per questo meno interessanti.
– la Sala del Consiglio: è stata proprio una scoperta curiosa! Entrare quasi in punta di piedi nel’anima produttiva del Municipio è stata un’esperienza molto particolare: un luogo dove alla bellezza degli arazzi di Aubusson, si unisce la sobrietà degli arredi che ben si sposa con la finalità del posto.

All’Hotel de Ville puoi accedere con visite guidate gratuite che vanno però necessariamente prenotate per tempo, perché si possono svolgere durante l’anno tenendo conto sempre della reale disponibilità delle sale.
Parigi è una scoperta continua e io aspetto di ripartire presto!