Slow travel: camminare nei boschi per ritrovare il proprio benessere

Tra le fronde degli alberi stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte. Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita“. (Hermann Hesse)
Ci sono viaggi che non hanno bisogno di grandi forme di programmazione, né di budget particolarmente consistenti. Sono quei viaggi, che io definisco “interiori” o “emozionali”, che ci spingono a scoprire di noi stessi, quelle regioni rimaste per troppo tempo sconosciute, momenti di intimità con se stessi o di complicità con l’ambiente che ci circonda, per migliorare la qualità della vita e, quindi, il proprio benessere. Ti ho recentemente illustrato il fenomeno della green generation, che si sta diffondendo anche in Italia e del ruolo importante, a livello psicologico, esercitato dalla natura, in particolare da boschi e foreste. Abbiamo compreso le qualità terapeutiche di un “bagno” nel verde, e addirittura stiamo abbellendo le nostre metropoli con un nuovo stile urbanistico. Non solo si progettano sempre più aree rigorosamente green, ma ci si dedica alla costruzione di edifici incredibili, che “respirino” attraverso veri e propri “boschi verticali”, come nel caso delle torri di Milano, ad opera di Boeri Studio. Così ho approfondito questi spunti di riflessione, attraverso diverse letture.

Il ritorno al bosco è un vero e proprio ritorno alle origini. E nonostante incendi, disboscamenti e fenomeni idrogeologici, che ne minano la resistenza, è indubbio, secondo diverse ultime recenti ricerche, che la superficie “verde”, soprattutto in Europa, si sia estesa notevolmente. Tra il 1990 e il 2015, secondo il rapporto State of Europe’s Forest, c’è stato un aumento considerevole di circa 700 ettari l’anno in Europa, mentre in Italia le cifre parlano di 12 milioni di ettari presenti, in pratica il 39% del territorio nazionale e più 7,6% rispetto al 1990. Ci si rallegra, inoltre, a pensare che il 27.5 % delle foreste italiane sia protetto e che addirittura il 100%, dato unico in Europa, è soggetto a “vincolo paesaggistico”, cioè sono patrimonio culturale, secondo la legge 10/2013. Quando si dice che il bosco è un tesoro, non ci si riferisce solo al fatto che rappresenti un bene territoriale, turistico e naturale, ma si allarga il ventaglio delle possibilità, che esso offre, per recuperare quello stile di vita ottimale, che spesso lo stress quotidiano, ci porta a scordare. Hermann Hesse, scrittore da me molto amato, così si descriveva in un “viaggio” attraverso i boschi: “In tutta la mia vita non avevo ancora visto dei boschi così belli d’autunno. Fitte macchie verdi di latifoglie che rivestono ogni collina (..) si tingono di infiniti colori puri come vetrocromie. La salita all’Ebenalp ha il fascino di una piacevole avventura, perché si continua a camminare incontro ad alte pareti rocciose, che naturalmente paiono inviolate e insormontabili, finchè all’ultimo istante la soluzione strabiliante si para davanti improvvisa (…) e il sentiero che prima da lontano, sembrava quasi pericoloso, si rivela, a percorrerlo, una passeggiata comoda…”. E’ la metafora della vita: difficile, complicata, buia, che trova poi la sua risoluzione più efficace, in percorsi inattesi e insperati. La forest therapy descrive con attenzione gli effetti benefici del bosco: riduce lo stress, abbassa la pressione e alza, invece, le difese immunitarie, grazie alla presenza di molecole, dette monoterpeni, che vengono rilasciate nell’aria dalle foglie degli alberi. Come sostenuto, inoltre, da Amos Clifford, fondatore dell’Association of Nature and Forest Therapy Guides and Programs, la green generation ha più possibilità di sviluppare non solo i 5 sensi già conosciuti, ma altri più specifici e particolari come il senso del cuore, che ci aiuta a vivere ogni istante con la giusta intensità, e quello della percezione immaginale, che aiuta ad interpretare gli influssi provenienti dagli alberi stessi. “Un albero ascolta comete, pianeti, ammassi e sciami. Sente le tempeste sul sole e le cicale addosso con la stessa premura di vegliare. Un albero è alleanza tra il vicino e il perfetto lontano” (Erri De Luca)