Torino Contemporanea: un viaggio nello spazio e nella creatività

Una città non è disegnata, semplicemente si fa da sola. Basta ascoltarla, perché la città è il riflesso di tante storie“. (R.Piano)

Il 2014 ha segnato un cambiamento significativo per Torino e la sua immagine. E’ stata insignita, infatti, del prestigioso titolo di Creative City Unesco per il design, risultando l’unica città italiana presente in questa sezione. Il simbolo di città industriale, il suo glorioso passato storico, le sue delicatezze gastronomiche si sono inchinate davanti al progressivo e radicale cambiamento, avvenuto negli ultimi anni. L’icona urbana della Mole Antonelliana, che la distingue da sempre nel mondo, è stata affiancata dalla presenza di nuovo “sogno verticale” riconosciuto nel grattacielo Intesa SanPaolo, che con la sua candida essenza ha impreziosito il cielo. Realizzato su progetto di Renzo Piano, questa spettacolare costruzione è l’espressione più alta della contemporaneità, o per dirla come il suo architetto, “è il futuro”. “E’ un edificio intelligente, che respira, si trasforma. (…) è una soft machine, una macchina urbana, per stare bene e per consumare meno”. I numeri parlano da soli: 166,26 metri di altezza, 38 piani + 6 interrati, 25 ascensori, un auditorium “sospeso” da 364 posti. Ha ottenuto, infine, la certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) livello Platinum: “doppia pelle di acciaio e cristallo con lamelle mobili che creano un cuscinetto termico e si aprono o chiudono secondo il clima, le luci che si accendono man mano che diminuisce la luce naturale, alimentazione al 100% da fonti di energia rinnovabili”.
Partendo dalla sue antiche origini carismatiche e magiche, Torino ha saputo inventarsi una nuova identità, attraverso la ricerca, la tecnologia, la cultura e il sapere, offrendo oggi, un turismo d’avanguardia, che la rende sempre più una meta coinvolgente e desiderata. Dalle fondamenta di fabbriche ormai dismesse sono nati alcuni poli di interesse artistico di grande spessore.

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, sorta sulle ceneri della Fergat, un tempo fabbrica di cerchioni per auto, è uno degli esempi più rappresentativi; mentre la Fondazione Merz, la cui sede si trova presso l’ex centrale termica delle Officine Lancia, è un altro spazio espositivo decisamente interessante.
Colpisce il progetto architettonico di Norman Foster nella realizzazione del nuovo campus universitario, il Campus Einaudi, che si snoda sull’area abbandonata dell’Italgas. Due edifici trasparenti, con una copertura ondulata e sospesa, disposti attorno ad un’area verde di riferimento.

E per finire la metamorfosi del ex Lingotto, la grande e famosa fabbrica della Fiat, che da 1983, sempre sotto la guida di Renzo Piano, ha dato vita ad ambienti insoliti e accattivanti: spazi verdi come il giardino delle meraviglie, la Bolla sul tetto, la Pinacoteca Agnelli, l’auditorium e altre aree per il tempo libero.

Bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento. Sono luoghi per stare assieme, sono luoghi di cultura, di arte e l’arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta.“ (R. Piano)