Torino-Milano-Roma: di Parole faccio Arte

Non è che il significato non può essere spiegato. Ma ci sono alcuni significati che si perdono per sempre nel momento in cui sono spiegati a parole” (Haruki Murakami). Forse può essere interpretata cosi la nuova interessante mostra estesa, “di Parole faccio Arte”, che rappresenta uno dei progetti artistici più ambiziosi e coinvolgenti di questo periodo. Whitelight Art Gallery  e Copernico, piattaforma di spazi e servizi dedicati allo smartworking, sono il binomio perfetto per una collaborazione coraggiosa quanto geniale: un evento tematico che si sviluppa intorno a tre “personali”, dando vita ad un’esperienza artistica di spiccata originalità e valenza socio-culturale.

E’ il 2009 quando Sabrina D’Alessandro fonda l’URPS (Ufficio Resurrezione Parole Smarrite” “ente preposto al recupero di parole smarrite, benché utilissime alla vita sulla terra”. La parola ha una storia, un percorso esistenziale, uno scopo e un’azione. Si può trasformare, comprimere e mostrare attraverso installazioni suggestive, che ne tratteggiano il valore assoluto in ogni tempo e spazio.

Giorgio Milani è conosciuto per essere il “poeta visivo oggettuale” per eccellenza. Il suo percorso introspettivo e descrittivo, che lega in trame simbolistiche “immagine e scrittura” inizia negli anni ’60, per concretizzarsi di recente nella materializzazione dei suoi “poetari”.

Opiemme  è lo pseudonimo di un  “artista-poeta di strada” che cuce arte e poetica sulle superfici più disparate: una tela, un muro, un foglio di carta. L’orizzonte di un mondo in cui poesia ed immagine possano trovare pienamente la loro più intima rappresentazione, è sempre più vicino, se lo si guarda attraverso le sue silenziose prospettive.

Il mio mestiere è tradurre ciò che non ammette traduzione: l’essere e il suo silenzio” (Charles Simic). Tre artisti del nostro tempo che intraprendono uno dei viaggi itineranti più affascinanti, che si possano anche solo lontanamente pianificare: tra le parole e l’arte, tra l’essenza e il tempo. Cosi sottolinea Pietro Martani, Amministratore Delegato di Copernico Holding S.p.a.  “In un mondo in cui le parole vengono spesso maltrattate, usate velocemente, adattate e forse piegate alle esigenze dei social network, l’idea di proporre a tutti i membri della nostra community una profonda riflessione sulla parola come protagonista di un viaggio a tre corsie ci è sembrato non solo interessante ma soprattutto stimolante”. L’esposizione articolata e unica nel suo genere, nata da un’idea di Giorgia Sarti, co-fondatrice di Whitelight Art Gallery e Guido Galimberti, collezionista storico milanese d’arte moderna e fondatore di Opera Art Solutions, è visibile fino a dicembre 2018, complementariamente al “dialogo a tre voci” che viaggerà sull’asse Torino-Milano e Roma e non mancherà di sorprenderci.