Un mondo di treni: viaggio nell’anima delle grandi stazioni

Avevo sempre pensato che le vecchie stazioni ferroviarie fossero tra i pochi luoghi magici rimasti al mondo. I fantasmi di ricordi e di addii vi si mescolano con l’inizio di centinaia di viaggi per destinazioni lontane, senza ritorno. “Se un giorno dovessi perdermi, che mi cerchino in una stazione ferroviaria”, pensai”. (Carlos Ruiz Zafón)
E’ stata deliziosa, una lettura di qualche tempo fa, che metteva in risalto l’anima delle più importanti stazioni ferroviarie del mondo. Cogliere lo spirito di questi luoghi di ferro e cemento, che in realtà, nascondono un cuore pulsante di esistenze in costante movimento. Uno scalo ferroviario diventa il punto di partenza o di arrivo di un viaggio e ne rappresenta un simbolo. Oggi, di fronte al modernismo e alla tecnologia, le stazioni sono diventate veri centri polifunzionali, che offrono momenti di riflessione e di attenzione. Lo psicoterapeuta milanese Adriano Formoso afferma che “la stazione è ormai un piccolo grande universo che sollecita scambi e relazioni, influenza la psicologia stessa di chi lo frequenta e alimenta l’immaginario”. Con il restyling iniziato nel 2006 alla Stazione Centrale di Milano si è aggiunta la deliziosa Galleria dei Mosaici, a livello binari, la cui eleganza è sottolineata da un gioco di luci proveniente dagli ampi finestroni. L’atrio immenso, il marmo giallo d’Istria, unito al travertino e i vari bassorilievi, la rendono un luogo esteticamente suggestivo, disseminato di locali sempre più esclusivi, ideali per una pausa a qualunque ora del giorno, in tutta comodità. La famosa Gare de Lyon a Parigi ci riporta ai tempi della Belle Epoque, con il ristorante caratteristico Le Train Bleu, situato al piano rialzato, che regala atmosfere romantiche. La piattaforma “gialla” è nota a tutti, invece, come il dettaglio della modernità, quella Hall n.2 , nei cui spazi spesso si organizzano mostre a tema.

Celebrata attraverso le pellicole più famose come “Carlito’s Way” del 1993 con Al Pacino o ancora prima in “Innamorarsi” (1984) dove si incontreranno una stupenda Meryl Streep e un affascinante Robert De Niro, il Grand Central Terminal di New York offre la possibilità di praticare lezioni di tennis al quarto piano, presso il Vanderbilt Tennis Club. Il tesoro nascosto della Stazione Porta Nuova a Torino è, invece, una sala ottocentesca affrescata da Francesco Gonin, visitabile in pochissimi giorni dell’anno e solo su appuntamento. Curiosa ed estiva la stazione di Atocha a Madrid si presenta con piante carnivore, banani e diverse palme, incastonate in viali, lungo un passeggio costeggiato da fontane. Si tratta di un vero e proprio giardino tropicale con migliaia di esemplari, oltre 400 specie diverse, provenienti da tutto il mondo. La moderna e funzionale stazione Berlin Hauptbahnof fa parte, invece, di un attento progetto di ristrutturazione dell’intero quartiere, rimodernata, oggi, con ben 6 ascensori panoramici e una cupola in vetro di grande effetto. La vecchia stazione, invece, è oggi location di arte contemporanea, dove è possibile ammirare opere di Warhol, Haring e Beuys. A Kyoto, città ricercata soprattutto per la visita ai suoi duemila templi antichi, la stazione ha una nuova storia, raccontata nel Railway Museum, più grande di tutto il Giappone. La stazione di Kyoto è una città nella città: 4 gallerie commerciali ricche di negozi e ristoranti, un albergo, un teatro, uno spazio dedicato ai fumetti, l’accesso ad una terrazza, tramite imponenti scale mobili e ad un giardino sospeso, che garantisce una passeggiata su un panorama di incredibile bellezza.
Ecco questi sono diventati quei “non luoghi”, dove non è sempre indispensabile partire o tornare, quanto viaggiare dentro se stessi, perchè “Forse la felicità si trova solo dentro le stazioni? “(Georges Perec). Chissà…