Viaggio nel mondo dei doni: cosa regalare e perchè?
E’ arrivata anche l’ultima domenica prima della tanto attesa festa di Natale. Passeggiavo ieri sera nel centro della mia bella città, Torino,che come sempre, in questo periodo, è più splendida che mai. Vestita di luci colorate, di quell’atmosfera carica di positività e gioia, simile, credo, a centinaia se non migliaia di altri luoghi nel mondo, che si preparano a questa ricorrenza. Vetrine invitanti e la ricerca dell’ultimo regalo saranno anche oggi gli appuntamenti da non mancare. Così, mi sono ricordata di un recentissimo articolo su una nota rivista di viaggi, che apriva una riflessione interessante sul senso del dono e sul perché si senta la necessità, più o meno forte, di scambiarsi i regali, di ritrovarsi. Provo a riassumerti i concetti che ho trovato più interessanti, per incominciare a vedere il Natale, ma anche qualunque tipo di festa, con occhi leggermente diversi. L’antropologo canadese Jacques Godbout scriveva così: “Perché si dona? Per collegarsi, per mettersi in presa con la vita, far circolare le cose in maniera vivente, sentire che si fa parte di una cosa più grande di noi e non si è soli”. In una società globalizzata, dove i rapporti umani scarseggiano, insieme ad una comunicazione troppo virtuale e meno concreta di un tempo, il valore della relazione assume un significato decisamente forte e si riaccende di intensità in alcuni specifici momenti dell’anno, quelli in cui, volenti o nolenti, entriamo in contatto più diretto con chi ci sta intorno. Nel 1923 l’antropologo francese Marcel Mauss scrisse un libro molto interessante “Saggio sul dono” affermando che “la virtù del dono non sta tanto nel suo valore intrinseco, quanto nella sua capacità di creare relazioni umane”. E’ una relazione particolare che si snoda attraverso i momenti del: dare-ricevere-contraccambiare, diversamente rischia di spezzarsi molto in fretta. Donare è l’espressione, quindi, della volontà di mettersi in contatto con l’altro. Siamo soliti, infatti, sotto Natale preparare una sorta di elenco per evitare di dimenticare qualcuno e se questo succede, ci attiviamo anche all’ultimo secondo, per “cercare qualcosa” pur di non restare a mani vuote, pur di non interrompere questo rapporto. “Il dono è un progetto di relazione che migliora la qualità della vita del donatore”. Oggi, però, anche chi riceve può dirsi diverso, tanto da spingere la propria esistenza verso nuove prospettive. Mi riferisco, infatti, alla scelta del dono che coinvolge entrambi, donatore e ricevente. Tralasciando i gusti soggettivi e i regali più pubblicizzati e del momento, ci si accorge che c’è bisogno di ritrovare il significato di qualcosa, che nella nostra generazione si è inevitabilmente perso: la sensibilità e l’attenzione verso gli altri.
Si moltiplicano, quindi, enti e associazioni di volontariato rigorosamente no profit, che possono rappresentare spunti utilissimi a cui attingere per i nostri prossimi regali. Ecco alcuni esempi. In tema di edilizia sociale esiste un modo per aiutare i senzatetto. Si tratta di un gruppo internazionale “Housing first, dalla strada alla casa” che “consente ad aziende e istituzioni di partecipare al nuovo movimento internazionale per donare un’abitazione a chi non ce l’ha”. “Valorizzare il passato per costruire il futuro” porta all’attenzione e al sostegno per le varie opere d’arte e a Milano questa filosofia, nata sotto il segno di Expo 2015, si traduce con il motto “Adotta una guglia” il progetto di restauro per il Duomo di Milano con tanto di attestato. Contadini 2.0 si ritrovano nell’amore per la terra grazie al progetto di TerraXchange, “la startup italiana che fa incontrare sul web possidenti e aspiranti orticoltori. E’ possibile prenotare a nome proprio un terreno vicino a casa e trasformarlo in un orto condiviso con la persona cara, il tutto a costo zero”. Un’idea interessante può essere anche quella di iscrivere a costo zero il destinatario del dono a “MyFoody” “la nuova piattaforma digitale che permette di fare la spesa prenotando a prezzi scontati i prodotti alimentari che andrebbero buttati: possono essere prossimi alla scadenza, con difetti estetici o di confezionamento”. Si ritira in negozi aderente e parte del risparmio si può devolvere in un progetto no–profit. Il regalo che fa bene alla sfera più intima di noi stessi, arriva, invece, dalla mindfulness . Donare uno dei tanti corsi per raggiungere un equilibrio psicofisico sempre più alieno ai giorni nostri, può essere la strada per raggiungere la consapevolezza e suscitare in chi lo ricevere un’insolita reazione di sorpresa. Esperienze ed emozioni, quest’anno,sotto l’albero, mettiamo anche questo.