Isola TIberina e Basilica di San Bartolomeo: la pace nel cuore di Roma

Ogni volta che decido di tornare a Roma lo faccio sempre con cuore aperto e animo curioso, pronta a lasciarmi pervadere da quella meravigliosa sensazione di pace e completezza, che qui so sempre di ritrovare. Non è stato un caso che alla città eterna abbia attribuito una particolare attenzione nel mio libro, per celebrarne quell’essenza pura e delicata che la contraddistingue dal resto del mondo.
Non è certissima la data di fondazione della città, pare che in origine pastori e commercianti latini arrivarono fino al Tevere e si stanziarono sul Palatino. Il corso delle acque deviate dall’isola rappresentava un utile mezzo di comunicazione, perché consentiva l’attraversamento e, quindi. facilitava il commercio con gli altri popoli, in particolare i vicini Etuschi. E così la presenza dell’isola è un dato di fatto che profuma di antico, in un passato cosi passato, addirittura prima della nascita di Roma. E’ una conformazione geologica molto curiosa, che dà adito a diverse fantasiose interpretazioni: uno strato piuttosto grande di tufo che situato sul corso del Tevere, ha favorito con il tempo il sedimentarsi di sabbia e pietre che hanno portato poi alla definizione dell’isola stessa. Di sicuro da essa è dipeso lo sviluppo e i successivi cambiamenti urbani, poiché la sua invidiabile posizione ha accelerato attività e progressi economici in varie direzioni. Per quanto riguarda il modo di raggiungerla, ci si sofferma sul ruolo che i ponti hanno avuto per l’Urbe in generale e per l’isola in particolare. Il ponte, inizialmente di legno, venne ricostruito verso il 62 a.C. da Lucio Fabricio, che gli diede poi il nome. E’ ad oggi il ponte romano più antico al mondo, che nonostante vari restauri, si presenta cosi come era all’origine.

Un curiosità che forse non sai, è quella che in epoca imperiale, pare, che l’isola venne decorata con diversi marmi, le cui tracce sono ancora visibili, per simbolizzare una sorta di nave, così come appare nella parte che si presenta a valle. Oggi, nonostante la si identifichi ancora come “isola”, in realtà non lo è più, da quando si è ancorata al pilone centrale del ponte Garibaldi, per evitare un possibile e rapido “scivolamento” verso il basso. Storicamente parlando l’isola accolse il tempio di Esculapio, il dio greco-romano della medicina. Questo luogo divenne ben presto una meta di pellegrinaggio molto sacra, poiché pare che all’interno vi fosse una fonte con acqua miracolosa e guaritrice. La tradizione taumaturgica di questa acqua è stata poi trasformata in quello che oggi è rappresentato dal fonte battesimale della nuova basilica di San Bartolomeo all’Isola, che venne eretta nel 998 dall’imperatore tedesco Ottone III, con l’intento di dare accoglienza alle spoglie di due martiri: San Bartolomeo apostolo e Sant’Adalberto, vescovo di Praga, ucciso nel 997 durante un’opera di evangelizzazione nella zona della Polonia. Nel 1993 Papa Giovanni Paolo II assicurò la continuità spirituale di questo luogo legandolo alla Comunità di Sant’Egidio, nata nel 1968, successivamente al Concilio Vaticano II. Se dall’esterno la Basilica non sorprende nell’immediato, la sua visita ti proietterà in una dimensione di silenzio e di delicata spiritualità, quasi incredibile da riscoprire nel cuore di una città così viva e pulsante come Roma. A breve, con l’avvicinarsi dell’autunno potrai scoprire, inoltre, un insolito spettacolo della natura. I platani del Lungotevere, nel tratto tra Isola e la mole Adriana si animano di uccelli che stanno iniziando il loro cammino di migrazione, alla ricerca di oasi piu calde. E’ un passaggio romantico e di massa, nuvole di puntini neri che si muovono a stormi e che attraversano questo cielo, con particolari giochi di volo. L’autunno romano si celebra anche cosi. “Come già m’è avvenuto per la storia naturale, mi succede anche qui: perché in questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto d’esser nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede in Roma”. (Goethe)