Parigi: le nuove vetrate della Sainte-Chapelle

sainte chapelle

Parigi è anche arte che risplende. Uno dei capolavori gotici per eccellenza presenti nella capitale francese, che meritano sicuramente una visita, è la Sainte Chapelle. Questa suggestiva cappella, annessa al Palais de Justice, venne costruita intorno al 1242, sotto il regno di Luigi IX, per custodire le sacre reliquie della Passione. “Le reliquie furono conservate come tesori e la loro devozione fu difesa sulla base dell’idea che i resti di un corpo santo potevano contenere l’energia, che aveva mosso in vita lo spirito dell’uomo devoto. Per questo motivo, esse erano utilizzate come protezione contro gli spiriti maligni e per garantire la pubblica sicurezza”. Consacrata nel 1248 si presenta con due sezioni ben distinte: la parte inferiore destinata al pubblico, la parte superiore riservata alla famiglia reale. Proprio la cappella superiore, che si apre con un portale dedicato al Giudizio universale, in cui san Michele è pronto alla “pesa” delle anime, è ciò che stupisce maggiormente: “..oltre 600mq di vetrate dove dominano il colore rosso ed il blu, un vero incanto di luce e di magia composto da 1113 pezzi! Vi sembra troppo affermare che 1+1+1+3 compone il numero 6, la cifra perfetta che simboleggia il contratto con il cielo e le sue stelle? Ogni vetrata ha comunque una sua lettura che viene effettuata da sinistra a destra e dal basso verso l’alto.” Ciascuna ha, infatti,  uno significato magico ben preciso, tanto da poter dare una spiegazione più dettagliata così come segue:
– “La Storia delle Sante Reliquie si trova opposta alla Genesi. In questa disposizione si intravede l’intento di affiancare l’opera dell’uomo a quella di Dio, l’uomo alla ricerca delle reliquie segue le tracce della passione di Cristo per imitarne l’operato, parafrasi perfetta per l’alchimia”.

sainte chapelle

“Il libro dei Numeri e Esther: Esther è ricordata come la salvatrice del popolo ebraico, mentre i Numeri proseguono il cammino degli ebrei nel deserto fino alle soglie della Palestina, con momenti di cedimento dove il popolo si abbandona ancora all’idolatria. Gli errori e le cadute sono continue, ma da questi nascono le vere illuminazioni che portano l’adepto a salvare se stesso, a scoprire la propria verità…”
– La vetrata con la Passione è il “momento alchemicamente in analogia con il distacco dello spirito e l’ascensione dello stesso verso il cielo, mentre il rosone cui è posto di fronte, richiama l’Apocalisse, la fine ultima di ogni cosa, nell’ambito della quale avviene la “pesatura” delle anime ed attraverso questa, la possibilità della rinascita.”
La cappella lunga 33 metri e alta poco più di 42 è circondata da 15 di queste vetrate e un rosone. Dopo ben 7 anni di lavori e 9,5 miliardi di euro spesi dal Centre des monuments nationaux che ha condotto i lavori, 7 di queste e lo stesso rosone sono nuovamente ammirabili da un pubblico sempre crescente e interessato. Inutile dire che la curiosità sul numero 7, ritenuto da molti studiosi, un numero “misterioso”, abbia sollevato non poche riflessioni al riguardo. Del resto ogni vetrata ha sempre una sua storia, una sua interpretazione particolare e suggestiva, che non riguarda solo l’intenso racconto della storia dell’Umanità, dalle origini alla Risurrezione, ecco perché sono in molti a sostenere che la Sainte-Chapelle sia nata come inno all’alchimia e tale interpretazione sia ancora viva ai giorni nostri! Motivo in più per raccontarti presto il binomio tra Parigi e “la magia” che si cela dietro alcuni suoi monumenti più rappresentativi. Intanto la Sainte Chapelle resta il monumento più visitato della città, in uno dei quartieri centrali, quello di Ile de la Citè, di grande pregio e assoluto fascino.