Viaggio intorno al mondo della cucina etnica

La mia passione per i viaggi non può essere scissa da quella per la cucina, soprattutto etnica, molto di moda, negli ultimi anni e con un interesse collettivo decisamente in forte espansione. Utile è partire dalla definizione di ciò che il termine “etnico” (dal greco ethnikos, da ethnos = popolo) rappresenta. “..l’etnico, come aggettivo che denota l’appartenenza ad un certo gruppo sociale omogeneo (…) è splendidamente neutro, evita spiacevoli riferimenti alla razza, ed è in grado di comprendere, (…) anche questioni culturali e linguistiche. È infatti comune sentir parlare di differenze etniche fra persone che vivono nelle stesse aree geografiche, (…) come anche è comune sentir parlare di ristoranti etnici”.

Oggi si la cucina etnica indica l’insieme delle culture e delle tradizioni culinarie che appartengono ad un popolo, considerando non solo l’importanza dei prodotti tipici del territorio, ma anche e soprattutto valorizzandone il loro utilizzo.

Così si viaggia intorno al mondo, restando comodamente seduti a tavola e si assaporano in questo modo cucine coreane, giapponesi, indiane, messicane o brasiliane attraverso un ventaglio di colori e di sapori. Proprio la tavola, infatti, diventa il palcoscenico perfetto per conoscere e ammirare alcuni degli ingredienti  tipici appartenenti alle diverse culture. Ecco quelli, a mio giudizio, più originali:

Assafetida: specie della famiglia delle Apiacee, è originaria dell’Asia centrale. In Occidente è più facile trovarla in commercio sotto forma di polvere, ricavata dalla resina ottenuta dalla radice della pianta. Tipica soprattutto della cucina indiana, ha un gusto simile a quello dell’aglio, e spesso viene proprio impiegata come sostituto di aglio e cipolla.

Fungo shiitake: molto utilizzato nella cucina orientale, in particolare quella cinese e giapponese. In commercio è abbastanza facile reperirlo essiccato e confezionato, da reidratare poi in acqua. Può essere aggiunto a zuppe di cereali e legumi, oppure a stufati di verdure e proteine vegetali.

Mirin: simile al sakè, ma meno alcolico e più dolce, è un liquore indispensabile nella preparazione di alcune salse giapponesi, come ad esempio quella teriyaki. Può essere usato anche da solo per condire cereali, verdure e legumi. Ha un sapore deciso, quindi va dosato attentamente.

Sesamo nero: pianta erbacea dell’Africa e dell’India. Più raro rispetto al tipo bianco. Può essere utilizzato in cucina come integratore naturale, da aggiungere preferibilmente crudo alle pietanze. Contiene anche selenio e zinco in quantità significative. 

Tahin: crema densa – quasi un burro – ricavata dai semi di sesamo bianco; molto diffusa in Turchia, Grecia, Nordafrica e Vicino Oriente. Ha un sapore intenso e leggermente amaro. Impiegata nella preparazione di salse e condimenti, è anche un importante ingrediente nella ricetta dell’hummus. Deliziosa poi spalmata sul pane con un accompagnamento dolce o salato. Adatta alla preparazione di dolci e salati.

Buon viaggio in cucina!