Parigi: tour insolito tra misteri e alchimia
Ti ho descritto di recente i simboli gotici della capitale francese, quegli edifici che rappresentano uno dei tanti meravigliosi volti di questa splendida metropoli. Oggi ti porto a riflettere, invece, sulla “magia” insita in loro. E’ stato proprio il libro “I luoghi magici di Parigi” di Ernesto Fazioli a farmi scoprire un mondo nuovo e inatteso, davvero inimmaginabile. Pagina dopo pagina si sono svelati sotto i miei occhi quei misteri che sono custoditi a Saint Denis, a Notre Dame e all’interno della meravigliosa Sainte Chapelle. Saint Denise è, come ben sai, il primo esempio di arte gotica. “Secondo Fulcanelli, (alchimista del XX secolo) il termine arte gotica deriva da ‘arte goetica’ ovvero ‘magica’, partendo dall’omofonia esistente tra il termine francese art gotique e argotique. Quest’ultimo termine deriva da argot, ovvero “gergo”; noto come il misterioso linguaggio dei saggi o degli uccelli, la cui chiave di lettura è un mistero da sempre tramandato oralmente”. Sembra, proprio, che alcune dimensioni di questa basilica, seguano un preciso schema esoterico. La lunghezza, per esempio, è di 366 piedi benedettini (circa 108m), mentre la sua altezza è di 98 piedi benedettini (29m). Se si applicano questi numeri alla Cabala scopriamo che “la cifra 366 è l’espressione della venuta del Signore nel suo aspetto trinitario….e il 98 rimanda alle stelle, le costellazioni del cielo che risplendono di luce divina e indicano la via al pellegrino”. Il rosone, che compare per la prima volta al centro della facciata, diventa un simbolo catalizzatore delle differenti culture occidentali e orientali, qui riunite in una confluenza allegorica: “la loro struttura spiraliforme suggerì il concetto di ruota, dal cui centro, inteso come rappresentazione dell’Unità divina, prendeva vita il mondo manifesto nella sua molteplicità”. La tripartizione della facciata richiama all’armonia dei numeri: il numero tre è la perfezione, “la rappresentazione della spinta energetica dell’uomo verso la propria elevazione”, mentre le tre parti della facciata occidentale che sono scandite da quattro robusti pilastri di terra richiamano alla caducità della vita umana: il quattro e il quadrato sono l’espressione del mondo terreno e del suo lento deterioramento. “Le due torri che si ergevano sulla facciata rappresentavano la dualità all’interno della quale si dibatte la vita dell’uomo”. Infine la luce, elemento fondamentale nell’arte gotica, che prende forma sulla terra attraverso le stupende vetrate. “Il colore è un’oscillazione percepibile solamente in questo stato terreno, per cui caratterizza ogni parte del mondo visibile, creando sfumature e toni attraverso i quali è possibile entrare nella meraviglia della natura e di ogni suo essere.” I colori rappresentano la vita: il rosso e l’arancione sono il Fuoco, il giallo e il bianco sono Aria, il verde e blu sono l’Acqua, il nero e marrone la Terra. Il nero indica il tempo, mentre il bianco rappresenta anche l’atemporale, e le tinte opposte indicano il “dualismo intrinseco dell’essere”. “Così dall’alto del cielo, la luce filtrando nelle grandi finestre..prende vita nel tempo, nello spazio e nell’intimo dell’uomo…giocando un ruolo fondamentale nella dialettica cielo-terra, vita-morte-rinascita”.
Il sagrato davanti a Notre Dame, invece, ha un pavimento molto insolito in cui è collocata una stella di bronzo “che indica il cuore di Parigi ed il centro dell’intera nazione. Essa è il punto di riferimento da cui venivano misurate le distanze stradali tra la capitale e le altre città francesi durante l’Ancien regime. Questa stella ha sette sorelle attorno e tutte si srotolano sul suolo francese a rappresentare l’immagine terrena della costellazione della Vergine celeste, la Nostra Signora del Cielo”. Le sette sorelle non sono altro che Chartres, Evreux, Bayeux, Rouen, Amiens, Laon e Reims, luoghi catalizzatori della potenza celeste. L’architettura diventa, così, il mezzo attraverso cui si costruisce sulla terra qualcosa di modellato sul cosmo, usando giochi di numeri, figure geometriche, segni zodiacali, disegni tratti dal regno animale e vegetale. Dalla facciata principale posta a Ovest, si aprono 3 porte, “come tre erano le virtù (Fede, Speranza e Carità) ritenute figlie di Sophia, l’immensa Conoscenza che vibra nel cielo e si riflette nella Scienza terrena”. Nel timpano del portale centrale spicca il Sole che rappresenta Cristo, inserito in un ipotetico triangolo che “richiama l’equilibrio raggiungibile attraverso l’ascesa verticale ed intesa come lotta tra lo spirito e la bestialità, tra la scienza e l’ignoranza, la carità e l’egoismo..”
Sul portale dedicato alla Vergine, inoltre, si trova un particolare riferimento “magico”. Sempre secondo Fulcanelli, “ventiquattro formelle della parte inferiore…inneggiano ai procedimenti alchemici. Le tappe da compiere per l’iniziazione dell’alchimista sono ricordate dalla scultura raffigurante la signora dell’alchimia al centro della facciata di Notre Dame”. Infine, una riflessione particolarissima giunge osservando sempre il portale di ingresso: “l’asse centrale è occupato dalla figura della Vergine stessa che suddivide due entrate. In questa accezione si attua il mutamento dell’uomo che entrando da una porta, all’interno della chiesa, trova i simboli e le energie per trasformare il suo essere terreno duale in un’immagine unita al principio superiore, che gli consente di uscire dal tempio sacro trasformato”. Infine l’analisi della Sainte Chapelle induce a soffermarsi sul significato delle sacre reliquie. “Le reliquie furono conservate come tesori e la loro devozione fu difesa sulla base dell’idea, che i resti di un corpo santo potevano contenere l’energia che aveva mosso in vita lo spirito dell’uomo devoto. Per questo motivo, esse erano utilizzate come protezione contro gli spiriti maligni e per garantire la pubblica sicurezza”. La cappella superiore, che si apre con un portale dedicato al Giudizio universale, in cui san Michele è pronto alla pesa delle anime, è ciò che stupisce maggiormente: “..oltre 600mq di vetrate dove dominano il colore rosso ed il blu, un vero incanto di luce e di magia composto da 1113 pezzi! Vi sembra troppo affermare che 1+1+1+3 compone il numero 6, la cifra perfetta che simboleggia il contratto con il cielo e le sue stelle? Ogni vetrata ha comunque una sua lettura che viene effettuata da sinistra a destra e dal basso verso l’alto.” Ciascuna ha uno suo significato magico ben preciso: “la Storia delle Sante Reliquie si trova opposta alla Genesi. In questa disposizione si intravede l’intento di affiancare l’opera dell’uomo a quella di Dio, l’uomo alla ricerca delle reliquie segue le tracce della passione di Cristo per imitarne l’operato, parafrasi perfetta per l’alchimia”. La vetrata con la Passione, invece, è il “momento alchemicamente in analogia con il distacco dello spirito e l’ascensione dello stesso verso il cielo, mentre il rosone cui è posto di fronte, richiama l’Apocalisse, la fine ultima di ogni cosa, nell’ambito della quale avviene la pesatura delle anime ed attraverso questa, la possibilità della rinascita.” Ciascuna ha una sua storia, una sua interpretazione misteriosa e suggestiva ecco perché la Sainte-Chapelle pare sia nata incarnando proprio questo significato. Un esempio di alchimia senza paragoni, che fa riflettere ed appassiona oggi come un tempo.